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NBA Season preview 2022-2023: ribaltoni e intrecci nella Northwest Division

Proseguiamo le preview stagionali facendo il punto della situazione nella Division dell’MVP NBA in carica Nikola Jokic. Il serbo potrà contare sui rinforzi per fare strada nei Playoff

Jokic Towns

Il cantiere aperto nello Utah apre la corsa alla vetta della Northwest Division. Nuggets in prima fila per succedere ai Jazz con il bi-MVP Jokic e i ritrovati Murray e Porter Jr. Twolves outsider con le due torri Towns-Gobert, mentre Portland cerca certezze. Si profila all’orizzonte un’interessante partita a scacchi in ottica Draft futuri tra Sam Presti e Danny Ainge.

Stay Tuned.

Oklahoma City Thunder

Tanto tuonò che piovve. Le premesse per la quindicesima stagione dei Thunder a Oklahoma City, inutile nasconderlo, non sono esaltanti. Il processo di rebuilding affrontato con serafico pragmatismo dalla dirigenza, nel segno di una continuità di progetto, rischia di subire una brusca battuta d’arresto, Dopo una convincente, seppur breve, Summer League, lo sfortunato infortunio occorso a Chet Holmgren in una partita d’esibizione impedirà infatti alla seconda scelta assoluta del Draft NBA 2022 di scendere in campo nella sua stagione da rookie. A complicare il quadro contribuisce l’assenza annunciata di Shai Gilgeous-Alexander, almeno per training camp e inizio regular season. Dopo  essere passato all’incasso l’estate scorsa, firmando una rookie extension al massimo salariale per un valore che potrebbe giungere fino ai 207 milioni di dollari in caso di inserimento nei primi tre quintetti All-NBA a fine anno, proprio il play canadese ha cullato il sogno della prima convocazione all’All-Star Game di carriera. Il rendimento dal weekend di Cleveland in avanti per medie (30 punti, 7.3 assist, 5.7 rimbalzi) e percentuali (54% complessivo, 39 da oltre l’arco, 80% in lunetta) giustifica l’investimento/investitura a go-to-guy.

A fronte del contratto firmato, parlare di scatto mentale necessario sarebbe ingeneroso nei confronti di SGA, che ha più volte dimostato di poter prendere per mano la squadra. In risposta ai rumors che già circolano tra addetti ai lavori, ben più opportuna appare invece la considerazione di Sam Presti sulla centralità del giocatore nel progetto tecnico di OKC. Ecco il punto di vista del dirigente:

“L’unico motivo per cui si discute della possibilità [di vedere Shai sul mercato] deriva dal fatto che un atleta di un’altra squadra è stato scambiato. C’è un vuoto di contenuti da riempire. […] Nessuno cerca di colpire i Thunder o creare problemi, ma fa tutto parte del business. […] Se Donovan Mitchell non fosse stato scambiato non mi stareste ponendo questa domanda.”

Oklahoma City ragiona da small market e non accelera le tappe di sviluppo: il roster ai nastri di partenza si appresta ad essere il secondo più giovane di sempre per età media e il fatto che davanti ci siano soltanto gli stessi Thunder, versione 2021-2022, rende l’idea del percorso intrapreso. Il Draft, oggi come negli anni a venire, resta la via maestra funzionale alla creazione di un gruppo che possa trovare con il tempo continuità di risultati. Interessante in prospettiva la trade imbastita con New York nella notte del Draft di giugno per arrivare al giocatore di formazione cestistica international Ousmane Dieng. Altrettanto si può dire per le pick spese sui quasi omonimi Jalen e Jaylin Williams, rispettivamente 12ª e 34ª scelta assoluta. Passando in rapida rassegna i movimenti della recente finestra di mercato, spicca la conferma di Luguentz Dort che, rifiutata la player option da poco meno di due milioni di dollari ha rinegoziato l’accordo mettendo nero su bianco un’intesa quinquennale da 82 milioni complessivi. Se la cifra vi sembra eccessiva per un giocatore con il suo profilo, ad ogni modo difensore più che competente sul perimetro, forse vi siete persi un dettaglio non secondario nelle acquisizioni estive dei Thunder. Pensate per un attimo a quali progressi potremmo vedere nella meccanica di tiro dopo un anno di lavoro al fianco di Chip Engelland. Discorso analogo va esteso anche ad altri compagni di squadra con potenziale all-around. Un nome? Josh Giddey. Il corposo scambio che ha coinvolto ben otto giocatori in realtà non varia granché gli equilibri sul piano tecnico; il dato di rilievo, semmai è la trade exception maturata da OKC: la più alta attiva ad oggi in NBA.

La rincorsa di OKC, per restare in ambito cestistico, ricalca la formula elam-ending: obiettivo da centrare senza affanni di cronometro. Per salvare l’All-Star Game è stata sufficiente, ma tenere a galla un progetto nel medio-lungo periodo è tutt’altro che banale. Aggiungere una manciata di vittorie al povero bottino dello scorso anno potrebbe già essere considerato un successo.

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