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Dead money: (quasi) nessuno in NBA ha spazio salariale

Sapevate che Monta Ellis percepirà dai Pacers $2.2M fino al 2021-2022?

Indiana Pacers

Indy era una delle franchigie più interessanti di questa free agency. Dopo la stagione dell’esplosione di Victor Oladipo, la squadra del GM Chad Buchanan aveva circa $20M di spazio salariale per puntare ad un secondo violino. Si è preferito invece, il primo giorno di luglio, firmare Doug McDermott con un triennale a $22M totali, usando il resto dello spazio per un contratto annuale a Tyreke Evans. Indiana ha preferito continuare sulla strada della scorsa, sorprendente stagione – non a caso è stato rinnovato il contratto di coach Nate McMillan – ma forse un approccio più aggressivo (si parlava del RFA Aaron Gordon) avrebbe permesso ai Pacers di prendere ancor più la scena in una Conference allo sbando.

 

Los Angeles Clippers

Dopo 10 anni di fedele servizio, DeAndre Jordan se n’è andato: declinando la player option da $24.1M, ha lasciato i Clippers a bocca asciutta. Al Draft sono stati scelti Shai Gilgeous-Alexander (per il quale è stato fatto trade-up) e Jerome Robinson, sorpresa a quel punto delle selezioni. Per due guardie che entrano, Austin Rivers se ne va: dentro il centro polacco Marcin Gortat. Con l’opt-in di Milos Teodosic, il Sesto Uomo dell’Anno e la firma di Avery Bradley, però, il backcourt rimane piuttosto affollato. Contratti annuali a Luc Mbah a Moute e Mike Scott chiudono il cerchio. I Clippers avranno tanto spazio la prossima estate e, dimostrando quest’anno ai migliori free agent di essere competitivi, potrebbe fare il colpo grosso.

#DeadMoney: i contratti stretchati di Carlos Delfino e Miroslav Raduljica peseranno quasi $1M nel 2018-2019.

 

Los Angeles Lakers

Quando LA si è procurata i servigi del Re, si pensava potesse arrivare una, se non due, All-Star. Non solo non è successo, ma sono arrivati anche giocatori che nessuno si sarebbe aspettato. Rob Pelinka e Magic Johnson non hanno nemmeno pazientato tanto a mettere sotto contratto Lance Stephenson, Kentavious Caldwell-Pope, JaVale McGee, Michael Beasley e Rajon Rondo con contratti annuali per un totale di circa $30M.

Non è stata forzata la mano accollando Lonzo o Ingram al contrattone di Deng per disfarsene, né Kuzma né Hart sono finiti in una blockbuster-trade per arrivare a Kawhi. Per ora LABron è tutto sorrisi e Summer League. I soli 3 giocatori non ancora citati con più anni di contratto in gialloviola sono i prossimi rookie Isaac Bonga, Mo Wagner e Svi Mykhailiuk. Chissà che dopo aver puntato su Kuzma (scelto alla #27 da Brooklyn), il front office di LA non faccia di nuovo centro.

#DeadMoney: a posteriori, forse il quadriennale a $64M a Luol Deng è forse il peggiore di tutta l’estate 2016. Per i Lakers ha giocato neanche 1500 minuti la prima stagione, solo 13′ la scorsa, tanto poco che pare abbia chiesto spiegazioni. LA vorrebbe il buyout, Deng non vuole perdere neanche un dollaro.

 

Memphis Grizzlies

Quando Mike Conley, Marc Gasol (due calibro-All-Star che a 35 partite vinte arrivano bendati) e Chandler Parsons (Mr. #DeadMoney) occupano quasi $80M del monte ingaggi, entri in un limbo dal quale è complicato uscire. Paradigmatica era la situazione pre-Draft: con la #4 pick si pensava che Memphis potesse scegliere Michael Porter Jr. (sarebbe stato un azzardo notevole), attaccarla a Chandler Parsons per liberarsene, fare trade-down per Wendell Carter Jr., pescare Jaren Jackson Jr., ciò che alla fine è avvenuto. In JJJ Memphis ha un lungo del tutto grezzo, ma dal potenziale infinito. Il prodotto di Michigan State non ha nulla a che vedere, però, con le traiettorie di carriera di Gasol e Conley: Memphis rimane una candidata a far crollare il palazzo entro febbraio. O il rischio Seattle è troppo forte?

Una brutta notizia: non hanno tratto alcun asset dalla stagione positiva di Tyreke Evans. Due belle: 1) Kyle Anderson è stato strappato agli Spurs, e magari funziona. 2) Il senior da West Virginia Jevon Carter, scelto alla #32 all’ultimo Draft, ha disputato una splendida Summer League e Memphis lo ha blindato con un pluriennale vantaggioso.

 

Miami Heat

Forse la squadra con le mani più legate della lega. Nessuna scelta all’ultimo Draft, nessuna possibilità di firmare free agent di livello, nessuna possibilità di muovere contratti lunghi e pesanti. Hassan Whiteside, Goran Dragic e Tyler Johnson andranno fino in fondo ai loro contratti, che chiamano $128.2M totali nei prossimi 2 anni. James Johnson e Kelly Olynyk faranno lo stesso, ma i loro contratti (∼$84M totali) si protraggono alla stagione 2020-2021. Se a ciò aggiungiamo le 8 cifre di Dion Waiters e Josh Richardson, è chiaro perché a South Beach non riescono a rifirmare con tanta facilità Wayne Ellington o a negoziare serenamente un’estensione con Justise Winslow.

(Del Draft 2015, finora solo Devin Booker ha firmato un corpulento rinnovo; Karl-Anthony Towns lo farà a breve. I Knicks dovranno offrirla a Porzingis sperando non si rompa più. Potrebbero offrire una cosa simile a Gordon-Magic i Pacers a Myles Turner e i Nets a D’Angelo Russell. Il resto (Mudiay, Cauley-Stein, Stanley Johnson, Kaminsky, Hezonja) è un grande punto interrogativo.)

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