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NBA, Kevin Porter Jr. dopo i 50 punti contro i Bucks: “Sapevo sarebbe stata una serata speciale”

Il talento non manca

Dopo aver rinunciato a Russell Westbrook e James Harden, gli Houston Rockets si trovano ora nel loro “anno zero” dopo anni di lotte Playoff. Sebbene la stagione dei texani sia stata tutt’altro che esaltante, l’esplosione da 50 punti, 5 rimbalzi e 11 assist di Kevin Porter Jr. nella vittoria contro i Bucks ha sicuramente dato fiducia ad un ambiente scoraggiato, a partire da coach Stephen Silas.

Porter Jr, è ora quarto giocatore più giovane di sempre ad aver segnato 50 punti – dopo LeBron James, Brandon Jennings e Devin Booker–, nonché il più giovane ad aver fatto registrare  50 punti e doppia cifra alla voce assist (11) nella storia della lega. Il giocatore ha discusso della sua prestazione nel postpartita. Come riportato dallo Houston Chronicle, la guardia ha capito molto presto che sarebbe stata la sua notte:

“Dopo aver visto entrare la terza tripla, sapevo sarebbe stata una serata speciale. Sono rimasto aggressivo ed infatti è stata una serata bellissima. La squadra aveva bisogno che fossi aggressivo e siamo stati in grado di vincere la partita. Dopo aver fatto fatica contro i Timberwolves, era mia responsabilità presentarmi e dare tutto, segnando o no. Volevo davvero vincere questa partita.”

KPJ ha poi discusso della possibilità di essere il realizzatore principale del team:

“Sono sempre stato il go-to-guy [il giocatore a cui affidare l’attacco n.d.a.] per le squadre in cui ho giocato. Questa è la mia mentalità. Sapevo sarebbe stata la mia serata, ho solo dovuto solo continuare a tirare con sicurezza, ed ha funzionato.”

Anche Stephen Silas ha parlato della prestazione del sophomore, sottolineando la capacità del ventenne di riprendersi subito dopo brutte prestazioni:

“La cosa più sorprendente è come ha recuperato dall’ultimo incontro [contro i Timberwolves]. Era a 0-10 prima di segnare due triple ed era frustrato. È tornato, ha svuotato la mente e ci ha trascinato. Ha gestito alcune situazioni importanti, ha segnato alcuni stepback. Queste sono le cose che ci danno sicurezza. Sono molto fiero di lui. A volte può bloccarsi, ma sa sempre come reagire.

Dopo l’ultima partita in cui non ha giocato bene, la prima cosa che ha detto dopo essere tornato negli spogliatoi è stata ‘devo giocare meglio e lo farò’. Ha qualcosa di speciale. Sono fiero di lui, è stato un anno difficile e non ci sono stati molti momenti felici. Questo ragazzo ne ha passate molte.”

Nonostante una singola partita non cambi le prospettive di Houston, la dirigenza dei texani potrebbe aver trovato un elemento importante da cui ripartire in vista delle prossime stagioni.

 

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