L’inclusione nel terzo quintetto All-NBA per la stagione 2018-19 era valsa a Kemba Walker la possibilità di firmare in estate il cosiddetto supermax contract, pari al 35% del salary cap — quinquennale dal valore complessivo di circa $221 milioni di dollari.
Stando a indiscrezioni Charlotte non ha mai presentato un’offerta di simile portata e si è fermata, si fa per dire, a una proposta quinquennale da $160 milioni. La free agency ha dunque messo Walker di fronte a un bivio e lasciare il North Carolina non è stato affatto semplice. Riportiamo le dichiarazioni dell’ex Uconn ai microfoni di Shams Charania di The Athletic:
“Giorni duri, giorni fot********e duri, non posso mentire. Perdona il linguaggio, è stato difficile. Non riuscivo a vedermi in un’altra squadra. […] Sentivo che non avrei ricevuto l’offerta che volevo, e forse nemmeno vicina [in termini economici], per via dello spazio salariale. Mi sono dovuto abituare all’idea. […] Non è deludente perché capisco il lato business della cosa. Non ce l’ho con MJ [Michael Jordan, il proprietario ndr.] o con qualcuno dell’organizzazione. MJ avrebbe potuto superare la luxury tax? Sì, avrebbe potuto, ma perché? In fin dei conti bisogna considerare entrambi gli aspetti della questione. Ciò mi ha aiutato. […] Ho amato Charlotte e mi sono visto costretto a cambiare approccio con l’avvicinarsi della free agency.”
Futuro a Boston ricco di novità, ma Kemba resta con i piedi per terra. Ecco le sue parole:
“Non arrivo pensando di far meglio di Kyrie [Irving]. Farò la mia parte per aiutare la squadra a vincere. […] Sono stato con gli Hornets per otto stagioni, e forse una volta abbiamo avuto delle aspettative, settimo-sesto seed [a Est], o qualcosa del genere. Quest’anno ci saranno e sono eccitato. […] Non ho mai provato questa sensazione.”
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