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Come si è arrivati all’accordo con Crypto.com per arena Lakers, Clippers

Ancora dobbiamo abituarci

Staples Center

Abbiamo colpevolmente lasciato in sospeso tra costa Est e Ovest la panoramica sui naming rights delle arene NBA, qui potete recuperare le puntate su Atlantic, Central e Southeast Division. Torniamo a parlarne oggi solleticati da un approfondimento nel dettaglio proposto dalla newsletter Front Office Sports. Al centro Lakers,  Clippers e l’accordo per la neonata Crypto.com Arena.

I retroscena dell’intesa per naming rights dell’ex Staples Center

In merito ai numeri circolati – nell’accordo 700 milioni di dollari per vent’anni – Russell Silvers, Chief Operating Officer di AEG (proprietaria dell’impianto), ha parlato di “sottostima”. Nick Baker,  supervisore delle partnership globali della company, ha poi  aggiunto qualche dettaglio sul procedimento che ha portato all’uscita dall’accordo con Staples, inizialmente senza scadenza:

“Ottenere zero dal tuo partner per i naming rights di uno degli impianti sportivi più iconici al mondo non è un buon  affare per il resto del tuo business. Siamo tornati indietro e abbiamo detto ai nostri owner: ‘Ecco l’idea’. Il valore per il quale  abbiamo riacquistato i naming rights non è stato di poco conto, ma c’è stato certamente un grande ROI [return on investment, ndr.]”

La pandemia, unita ad altri fattori altrettanti imprevedibili, ha complicato la ricerca di una nuova collaborazione, spingendo innanzitutto AEG a sottoscrivere di un accordo di non divulgazione, per agire sul mercato con maggior tranquillità. L’accordo con Crypto.com, le cui partnership attive confermano l’attenzione al mondo sportivo, dalla F1 alla nostra Serie A, non è stato semplice. Racconta infatti Baker:

“Un aspetto che non è stato reso pubblico è che eravamo molto in là, a uno stato avanzato degli accordi con un’altra company, si negoziavano i contratti.”

Quella con Crypto è stata dunque un’opportunità nata quasi per caso, e all’investimento è connessa, ovviamente una parte di rischio, cui AEG è però convinta di poter far fronte:

“Quando sigli un’intesa per 15 o 20 anni, a prescindere dall’ambito, per entrambe le parti c’è un rischio legato a rapporti di lunga durata. […] La nostra infrastruttura è tale che anche il venir meno di una delle partnership non penalizzerebbe l’organizzazione in modo catastrofico.”

 

Sarà così. Per il momento è ancora difficile dimenticarsi il fu Staples Center.

 

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