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NBA, Eric Gordon aspetta un segnale dagli Houston Rockets

Houston è pronta a ripartire dal Draft. Un’offseason di ricostruzione che induce a qualche riflessione uno dei pochi veterani del roster

A Houston Eric Gordon è l’unico giocatore – tra quelli attualmente a roster per coach Silas – ad aver preso parte alla stagione da 65-17 (2017-18). Record alla mano, ad oggi l’annata più vincente nella storia dei Rockets sembra solo un lontano ricordo. I texani hanno toccato più volte il fondo nel corso della regular season 2020-21, cominciata con il turbolento addio a James Harden.  Tra febbraio e marzo, poi, la striscia da incubo di 20 KO consecutivi. In una lunga intervista concessa a Kelly Iko di The AthleticGordon non ha nascosto il disagio per una stagione partita con ben altri obiettivi e presto naufragata:

“La situazione Harden è diventata solo una distrazione. Si poteva gestire prima dell’inizio della regular season ma non è andata così. Non se ne può fare una colpa né a James né alla dirigenza, più di tanto, ma il timing non è stato buono. Difficile, per un nuovo coach che arriva, passare da un gruppo di veterani che ha buone possibilità di vincere a un contesto che ora è totalmente diverso. […] Quando prendono l’incarico un nuovo coach e un nuoco GM  le cose possono cambiare, non che mi abbia sorpreso. Sono rimasto più stupito dal fatto di essere quasi l’unico confermato dalla stagione scorsa.”

Sul futuro,  Eric Gordon non si sbilancia:

“Da giocatore ci devi pensare, senza dubbio. Abbiamo attraversato una fase di grosso cambiamento. Quando ho firmato il mio contratto a Houston, pensavo che avremmo mantenuto intatto il nucleo della squadra, cercando di spingere [per raggiungere l’anello]. Una volta firmata l’estensione, ero convinto che James, Russ e io avremmo allineato i nostri contratti a scadenze da qui a due, tre anni. […] Dura pensare di andarsene da tutto questo, il mio progetto era quello di ritirarmi con questa maglia. […] Sono in buoni rapporti con il coach e il General Manager ma le cose si fanno frustranti nella nostra situazione. […] Ho fatto parte di squadre con record perdente in passato […] ma non auguro a nessuno di vivere una situazione simile. Quando perdi per venti partite consecutive diventa difficile vincerne anche una soltanto, è pesante per tutti.”

 

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