I motivi sono molto semplici: il giocatore non rientrava nei progetti di Mike D’Antoni e probabilmente l’aiuto offerto dal giocatore uscendo dalla panchina non era poi così necessario.
Si chiude così la seconda esperienza di Anderson a Houston, solo che questa volta in modo molto più deprimente, totalizzando una media di 2.5 punti in appena 14 minuti giocati.
Ryan Anderson negli ultimi anni ha giocato a Houston dal 2016 al 2018. Il 31 agosto 2018 fu scambiato ai Phoenix Suns, permettendo ai Rockets di liberarsi finalmente del pesante contratto a cui era legato. Tuttavia la sua esperienza a Phoenix non è la più bella da ricordare, poiché fu completamente ignorato dall’allora coach Igor Kokoškov.
Il 7 febbraio 2019 termina quindi la propria esperienza negativa ai Suns venendo ceduto ai Miami Heat in cambio di Wayne Ellington e Tyler Johnson. Anche a Miami trova poco spazio giocando appena 10 partite, tanto che il 6 luglio viene nuovamente tagliato.
Lo scorso 27 settembre ha firmato un nuovo accordo parzialmente garantito con i Rockets. Sembrava che il ritorno nella franchigia potesse dare nuova speranza, forza e vitalità al giocatore, che però si è lasciato sfuggire anche questa volta una buona occasione. E’ da escludere che, viste le statistiche e le esperienze sopracitate, Anderson possa trovare facilmente una nuova squadra, ma in NBA tutto è un business, e può darsi che il colpo di fortuna possa salvare la situazione del 31enne.
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