Carmelo Anthony è ancora alla ricerca della propria dimensione ideale in quel di Houston. La partenza a rilento non preoccupa eccessivamente la franchigia texana, che affronta una serie di tre partite in trasferta a Est con l’intenzione di fare bottino pieno.
PASSATO
Il primo impegno, contro i Brooklyn Nets, ha un significato speciale per Carmelo per via dei suoi trascorsi sulla sponda blu-arancio della Grande Mela e non solo.
Ai microfoni di Ian Begley di ESPN, il dieci volte All-Star ha ripercorso gli anni ai Knicks senza risparmiare qualche critica:
“Penso che [a penalizzarci in free agency] sia stata la gestione, oltre a tutto ciò che stava succedendo. Credo che la percezione dall’esterno dei New York Knicks, non dal punto di vista cestistico ma prettamente organizzativo, abbia allontanato molta gente, così come il fatto di non conoscere le sfumature e i retroscena, senza capire peraltro chi comandasse e chi no. Quando i giocatori si sono trovati nella condizione di prendere una decisone, tutti questi aspetti sono entrati in gioco.”
Al di là dell’addio burrascoso, la parentesi resta estremamente significativa e positiva:
“Onestamente non mi sono trovato male là. Guardando indietro posso dire di aver vissuto un’esperienza fantastica a New York. Gli ultimi due anni furono un pò complicati per via delle sconfitte e tutto il resto, ma nel complesso è stata un’esperienza grandiosa.”
FUTURO
Quali prospettive per i Knicks? Carmelo Anthony sostiene la scelta di puntare su coach Fizdale :
“Penso che tutti debbano partire da una base e credo che che coach David [Fizdale] stia facendo la cosa giusta. Il talento arriverà, ma penso che il suo approccio mentale alla gara abbia un effetto a cascata su tutta l’organizzazione. […] Lo si nota dall’energia che porta sul campo.”
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