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Road to Draft 2018: prospetti al di là dei numeri

Non solo statistiche e previsioni, ci sono giocatori che hanno anche altro da raccontare, e il cui percorso è stato diverso dalla maggior parte dei loro colleghi

LAX-KUN: un viaggio di andata e ritorno

Aaron Holiday

Junior da UCLA, fratello di quel Jrue Holiday, che ha giocato quest’anno la sua miglior stagione: Come il fratello, anche Aaron ha avuto i migliori numeri della sua carriera NCAA, con in mano la squadra dopo la partenza di Lonzo Ball e TJ Leaf. 20.3 punti di media con 5.8 assist e il 43% da tre punti su più di 6 conclusioni a partita.

Talento offensivo di assoluto livello, può segnare in qualsiasi modo: velocità e proprietà nel palleggio che gli consentono di finire con efficacia al ferro, anche subendo il contatto. Efficace anche in arresto e tiro, e come detto da oltre l’arco, con una meccanica di tiro molto veloce che gli permette di anticipare molto spesso l’arrivo dei difensori avversari. Ha un’ottima visione di gioco, sia in transizione che nel gioco a metà campo, e possiede una grande capacità di controllare i ritmi e i momenti delle partite, caratteristica che già aveva e che ha sviluppato in questi tre anni al college. È un ottimo difensore sulla palla, qualità che deve essere comune nella famiglia Holiday, viste le doti nel fratello.

Allora perché non stiamo parlando di un giocatore da prime 10 posizioni? semplice perché il giocatore in questione è una point guard di 185 cm che faticherà parecchio contro i pari ruolo avversari al piano di sopra. Dovrà cambiare diverse cose del proprio gioco, le modalità e i tempi con cui attaccare le difese avversarie: velocizzare il rilascio (un po’ come fatto da Stephen Curry), e migliorare soluzioni come i floater e tenere a bada le palle perse (3.8 in questa stagione). Verrà molto spesso attaccato e dovrà trovare il modo di non soffrire più di tanto la diversa fisicità dei giocatori NBA.

Alle Combine NBA il giocatore si è comportato in maniera egregia e ha fatto dei passi avanti nel Mock Draft andandosi a posizione verso la seconda metà del primo giro, dove diverse squadra come gli Atlanta Hawks, e gli Utah Jazz sono alla ricerca di una point guard per la loro second unit. A settembre compirà 22 anni, sicuramente uno dei prospetti più pronti al di là delle difficoltà fisiche.

 

LiAngelo Ball

C’è chi a UCLA ha giocato per 3 anni, e chi invece è dovuto andare a giocare fuori dagli USA, ancora prima di cominciare, per non rischiare di rimanere inattivo nell’anno decisivo prima del Draft. Il caso è sicuramente tra i più originali, tanto quanto lo è la sua famiglia, ed è accaduto a LiAngelo Ball, che nel 2018 ha giocato con i lituani del Vytautas Prienu, cittadina 30km a sud di Kaunas, insieme al fratello minore LaMelo.

Se per il minore dei fratelli la scelta di lasciare l’High School è da attribuire all’arbitrio non sempre condivisibile di LaVar Ball, per quanto riguarda LiAngelo la questione è stata decisamente più complicata. Bisogna tornare al 7 novembre quando il ragazzo, insieme ad altri compagni di squadra, tra cui fortunatamente non Aaron Holiday, sono stati arrestati ad Hangzhou mentre tentavano di rubare un paio di occhiali nel negozio di Louis Vitton.

L’accaduto è scaturito in un quasi caso internazionale tra i due paesi in cui, tra conferme e smentite, potrebbe aver avuto anche un ruolo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il tutto si è risolto con la scarcerazione dei ragazzi e il loro ritorno sul suolo americano, ma con la sanzione da parte dell’ateneo angeleno di non poter prendere parte ad alcuna partita ufficiale per tutta la stagione.

Per questo motivo l’ideatore del marchio “Big Baller Brand” ha deciso di sondare il mercato europeo, portando così i propri figli a giocare in Lituania. Ovviamente non si è perso tempo per trasformare il tutto in un teatrino mediatico e in un’opportunità di creare del business: è stato creato appositamente un torneo con le giovanili delle squadre lituane, per far giocare più partite ai due giocatori arrivati dagli States e metterli in mostra ai tanti osservatori e giornalisti che hanno seguito passo dopo passo l’avventura di LiAngelo e LaMelo nel vecchio continente (molto critiche le parole di Steve Kerr in merito, facendo notare come la ESPN sprecasse corrispondenti in questo modo e poi avesse licenziato nell’anno in corso ottimi giornalisti).

Al di là di queste esibizioni LiAngelo ha giocato anche partite vere nel campionato lituano, affrontando anche squadre di livello assoluto come lo Zalgiris Kaunas di Sarunas Jasikevicius, terzi nell’ultima Euroleague, e contro cui l’ex giocatore di UCLA ha realizzato 25 punti.

Le statistiche dicono 12.6 punti, 2.8 rimbalzi e 0.8 assist con il 42% da tre punti per un giocatore che ha sicuramente mostrato buone capacità realizzative, seppur in un contesto non sempre irresistibile, ma che ha ancora tante, troppe lacune in diversi aspetti del gioco: difesa, visione, comprensione del gioco, sono solo alcune delle mancanze, sintomo sicuramente anche di una mancata scolarizzazione che avrebbe ricevuto in questo anno di college.

La priorità per il giocatore, non invitato alle combine NBA e fuori dai 60 del Mock Draft, e per la famiglia è ovviamente quella di giocare per i Los Angeles Lakers, che lo hanno chiamato per un workout individuale, facendo però sapere di non essere assolutamente interessati al giocatore, ne per il Draft, ne ad ingaggiarlo per la propria squadra di G League. Il futuro nella lega professionistica americana per LiAngelo potrebbe essere parecchio più in salita rispetto al fratello Lonzo, ma con LaVar nei paraggi mai distrarsi, tutto può essere possibile. In attesa di colpi di scena.

 

 

Pagamenti e irregolarità, la NCAA non fa sconti

Billy Preston

Percorso simile a quello dei fratelli Ball, ma per motivazioni meno originali, quello di Billy Preston durante questa stagione. Il nativo della California era alla posizione numero 18 nella classifica dei giocatori provenienti dall’high school (nel suo caso dalla prestigiosa Oak Hill Academy) per la stagione 2017/2018 ed era stato reclutato dai Kansas Jayhawks di coach Bill Self.

Prima di poter però giocare anche un solo minuto con la squadra poi arrivata fino alle Final Four, Preston è  stato fermato dall’amministrazione dell’ateneo a causa di un incidente stradale con una macchina di cui non era chiara la provenienza (solito problema legato a qualsiasi tipo di benefit di cui i giocatori NCAA non possono disporre e su cui aleggia sempre la presenza di un qualsiasi tipo di sponsor che possa aver influenzato le scelte dei giovani).

L’indagine in questione, una volta passata nelle mani della NCAA ha continuato a prolungarsi, probabilmente molto più del dovuto, e per questa ragione il giocatore, consigliato dalla propria famiglia ha deciso di andare a giocare in Europa. La destinazione in questo caso è stata la Bosnia, all’Igokea Laktaši, dove però l’esperienza del giocatore è durata solamente 47 minuti distribuiti per 3 partite a 7 punti di media con 4 rimbalzi. Preston ha infatti accusato un problema alla spalla che lo ha costretto a tornare negli States dopo che i medici locali non erano stati in grado a suo dire di effettuare una diagnosi precisa.

Nonostante l’inattività di quest’ultima stagione e l’uscita dalle prime 60 posizioni nel Mock Draft stilato da ESPN, il giocatore è stato ugualmente invitato alle Combine NBA, sintomo che l’hype intorno alle sue potenzialità non si è assolutamente dissolto. Durante le interviste private sono stati in molti a fargli domande sull’avvenimento che ha portato alla sua esclusione da Kansas, ma il giocatore ha risposto di non riservare nessun rancore verso la NCAA o verso il suo ateneo:

“Loro si sono presi il loro tempo per il verdetto, ma io non potevo aspettare così tanto e allora ho preso questa decisione per il bene della mia stagione e della mia carriera.”

Il potenziale di Preston, come detto, è tutto li da vedere: prototipo del lungo moderno, atletico, con un ottimo primo passo, proprietà di palleggio da esterno che gli permette di condurre anche il contropiede, in grado di giocare sia fronte che spalle a canestro e di allargare il campo giocando da stretch 4 (il volume di tiri presi non è altissimo, ma percentuali e meccanica sono eccellenti). Ovviamente come per LiAngelo, avendo saltato un tappa importante nella propria crescita, gli manca un po’ di IQ cestistico, nulla che però non sia in grado di assimilare con l’esperienza.

 

Brian Bowen II

Altro problema di ineleggibilità, questo finito di più sotto la lente di ingrandimento delle FBI e della stampa. Brian Bowen II era alla fine della scorsa stagione il 14° prospetto di tutta la nazione secondo la classifica di ESPN, dopo un’ultima stagione a La Lumiere High School insieme a Jaren Jackson Jr. e Jordan Poole, eroe di Michigan nell’ultimo torneo NCAA. Terza small forward e offerte che arrivavano da tanti dei migliori college: Louisville, Arizona, Michigan State, UCLA, Texas. La scelta è ricaduta sulla squadra di Rick Pitino, finita però poco tempo dopo nell’occhio del ciclone della FBI per i pagamenti ai giocatori.

Tra gli indagati lo stesso Bowen, accusato di aver ricevuto dalla Adidas una cifra di poco superiore ai $100k per accettare l’offerta dell’ateneo del Kentucky. Il giocatore è stato ovviamente fermato in attesa che venissero concluse le indagini: Dopo diverse settimane l’atleta è stato dichiarato innocente, completamente all’oscuro di questi pagamenti che erano stati organizzati e intascati dal padre; da qui la delibera della NCAA al giocatore per tornare a giocare, delibera che però non gli è stata concessa dall’università. Inoltre a Bowen è stato chiesto di trovarsi un’altra squadra in cui trasferirsi per il danno di immagine causato.

Da qui allora la richiesta di trasferimento ai Gamecocks di South Carolina, squadra di medio-bassa classifica nella SEC, sicuramente  meglio che rimanere fermo un’altra stagione. Qui un altro intoppo, pero: infatti la NCAA è nuovamente intervenuta ricordando al giocatore che per il trasferimento sarebbe stato necessario il canonico anno di stop, mentre Bowen sperava di poterlo evitare essendo già stato fermo tutta questa stagione.

Da qui la scelta di tentare da subito il salto NBA, passando dalle combine e dai workout privati con le squadre. Il talento del giocatore non si discute: si parla di un ala di 200 cm per 92 kg con l’istinto naturale per il canestro (all’High School viaggiava a 21 punti di media con quasi 8 rimbalzi). Ha fatto ampi miglioramenti, almeno da quanto mostrato alle combine NBA, nel suo tiro perimetrale, vera pecca nei suoi anni al liceo insieme alle palle perse. Quelle continuano invece ad essere un suo tallone d’Achille (6 per esempio nel primo scrimmage con i prospetti del prossimo Draft) con diverse occasioni in cui attacca in area a testa bassa senza poi sapere cosa fare. È un ottimo difensore sia per quanto riguarda la stazza sia per la velocità di piedi che gli permetteranno di poter marcare diverse tipologie di giocatori in diverse zone del campo.

Alle Combine NBA i pareri sono stati discordanti: pessimo nella prima partita giocata, ma una doppia doppia da 12 punti e 13 rimbalzi gli sono valsi diversi colloquio individuali con squadre NBA. Per ora rimane fuori dal Mock Draft, ma come sappiamo il secondo giro può sempre riservare sorprese, e c’è poi sempre la Summer League per mettersi in mostra.

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