Le 1175 vittorie NBA raccolte in carriera, sesto allenatore più vincente nella storia della lega per numero di successi, valgono a George Karl un posto nel weekend di Gala in programma a Springfield Massachusetts. Nella notte italiana tra sabato e domenica, infatti è in programma la cerimonia che ne sancirà l’ingresso all’interno della Hall Of Fame accanto agli altri membri della Class 2022. È un punto d’arrivo per il coach, ma anche l’occasione per passare in rassegna i momenti della lunga cavalcata, con qualche punta di rammarico.
Hall of Fame NBA 2022, George Karl si scioglie e non nasconde l’orgoglio
Riportiamo alcuni estratti delle dichiarazioni raccolte in queste ore da David Aldridge di The Athletic e SiriusXM NBA Radio:
“Ci ho sempre sperato. Non posso negare che, ricevuta la chiamata, mi sentivo molto, molto tranquillo, riflessivo e grato, in uno stato che mi ha davvero aiutato a capire a che punto sono della mia vita. Ho fatto le cose a modo mio, forse un po’ troppo. Ora molte cose non sono più permesse.”
Il rimpianto? Carmelo Anthony
Il vissuto con gli Hall Of Famer allenati in carriera, effettivi e potenziali, lascia un piccolo rammarico:
“I giocatori arrivano in “pacchetti” diversi, con differenti personalità, diverse motivazioni [sul piano] piscologico. […] Ray Allen è stato forse uno dei pochi giocatori ad aver avuto una carriera migliore dopo essere passato sotto la mia guida, la maggior parte ha reso molto bene, alcuni hanno espresso i migliori anni della loro carriera. L’altro nome che cito è Melo, con il quale avrei voluto un rapporto migliore. La squadra a Denver era molto buona e probabilmente una connessione migliore [tra noi] – Melo e me, me e l’organizzazione, Melo e la squadra – ci avrebbe consentito di primeggiare.”
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