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Towns e la prima partita NBA dopo la perdita della madre

Il centro dei Timberwolves ha parlato dell’esordio NBA dopo la scomparsa della madre lo scorso 13 aprile

Uscendo dal campo dopo aver vinto la prima stagionale contro i Detroit Pistons, Karl-Anthony Towns teneva sotto il braccio la palla della partita. KAT ha detto che avrebbe portato la palla al padre, così che avrebbe potuto tenerla a fianco della madre, scomparsa qualche mese fa, nella casa di famiglia:

“Sono contento che ho potuto farle questo regalo. Le avevo detto che volevo vincere questa partita e portarle a casa la palla, e così ho fatto.”

La madre di Towns se n’è andata lo scorso 13 aprile all’età di 59 anni dopo aver combattuto con il Coronavirus per un mese. L’ultimo anno del centro dei Timberwolves è stato tutto tranne che facile, e ha raccontato la sua storia in un documentario su Youtube, The toughest year of my life. Quest’anno è stato durissimo per Towns, che oltre alla madre ha poi perso molti altri parenti a causa del Covid, ma non ha mai voluto nascondere la sua sofferenza. Riguardo il passato e la perdita della madre, nell’intervista post-partita ha detto:

“Non riesco nemmeno a riconoscere la maggior parte delle partite e degli anni passati o come mi sentivo quei giorni. So solo quello che è successo dal 13 aprile in poi. Voi forse mi potete vedere sorridente e felice, ma il vecchio Karl è morto lo scorso 13 aprile. Non tornerà più, non lo ricordo e neanche lo conosco. Mi stai parlando fisicamente, ma la mia anima se n’è andata molto tempo fa.”

La situazione che sta vivendo è molto difficile, ma Towns ha detto che questo non vuol dire che lui non si possa concentrare sulla stagione NBA, anzi. E infatti nella prima di stagione contro i Pistons il centro di Minnie ha messo a referto 22 punti, 11 rimbalzi e 7 assist. Karl ha poi concluso così l’intervista:

“Non importa quanto dura possa essere la mia situazione, quanto possa stare male, io sarò sempre qui per i miei ragazzi. Sarò sempre sorridente con loro anche quando starò male. Glielo devo come loro leader, glielo devo come loro compagno di squadra.”

 

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