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Danny Ainge sul futuro dei Boston Celtics

Con l’uscita di Irving e Horford ora ci sarebbe spazio salariale per firmare un giocatore al massimo salariale

A detta di molti i Boston Celtics potrebbero essere i veri sconfitti di questa ultima stagione: ad inizio anno l’hype intorno ai biancoverdi era enorme, come il valore della propria rosa (con in mano la promessa di rinnovo di Kyrie Irving) e degli asset tra prime scelte e giocatori; i risultati stagionali hanno però fatto crollare il castello (che a quanto pare non aveva fondamenta così solide).

Ora, con l’ex Cleveland Cavaliers sempre più lontano, Anthony Davis finito agli arci rivali dei Los Angeles Lakers e Al Horford a sorpresa uscito dal contratto per non rifirmare con la squadra di Brad Stevens, la palla passerà al gm Danny Ainge che dovrà muovere le fila per far rimanere i Celtics una franchigia competitiva.

Con due dei tre contratti pesanti in partenza la franchigia avrà circa $32 milioni da spendere (disponibili dopo lo scambio che ha visto Aron Baynes uscire in direzione Phoenix Suns) nella free agency, abbastanza per puntare ad una stella anche se in questo momento la squadra non ha il fascino per attirare giocatori come Kawhi Leonard, ma dovrà essere brava a puntare sul o sui giocatori giusti. Diversi i nomi, da Nikola Vucevic a D’Angelo Russell, passando per un trade di cui in molti parlano per arrivare a Steven Adams.

“Mi piace il fatto che avremo delle possibilità quest’estate. Abbiamo flessibilità nel nostro salary cap, ma non so cosa a cosa sia realistico puntare durante questa settimana cercheremo fare le giuste valutazioni. Quali sono le nostre priorità? Che cosa possiamo fare? Sono felice delle opportunità che abbiamo e dei giovani di assoluto valore, sarà un anno divertente. Non vedo l’ora”.

Queste sono le parole di Danny Ainge ad una settimana dall’apertura della free agency. Molto sicuramente passerà anche dalle condizioni di Gordon Hayward, da cui forse si è preteso troppo nella scorsa stagione, nascondendo quali fossero le sue reali difficoltà dopo un infortunio del genere e un anno di riabilitazione; con una stagione in più sulle spalle e un estate di riposo, l’ex Utah Jazz, che ha ancora due anni di contratto (il secondo è una player option da $34 milioni) l‘anno prossimo si potrebbe rivedere qualche sprazzo più continuo del giocatore che nel 2017 si era meritato una chiamata per l’All Star Game.

Più responsabilità dovrebbero avercele Jayson Tatum e Jaylen Brown (con Marcus Smart solito leader vocale della squadra) chiamati a riscattarsi dopo una stagione con più bassi che alti. I due si ritroveranno pressapoco in una situazione più simile al 2017/2018 quando, stante l’infortunio delle due stelle Irving e Hayward, dovettero prendersi la squadra sulle spalle. Il prodotto di Duke dovrà tornare ad essere quel giocatore che attaccava il ferro come prima opzione, senza accontentarsi di tutti quei tiri dal mid-range (15% in più rispetto alla stagione da rookie) e quel hero-ball che tanto male ha fatto ai Celtics e a se stesso in quest’ultima annata.

Jaylen Brown dovrà fare un salto di qualità in quanto a letture della partita, dei vari momenti di gioco, dimostrando anche una maggiore continuità nell’arco dell’intera stagione. Da valutare anche la situazione di Terry Rozier, il cui futuro sembrava lontano da Boston alla ricerca di minutaggi superiori, ma che potrebbe tornare di moda vista la partenza della point guard titolare.

Intanto nella giornata di ieri, alle ore 17, nella facilita della squadra i Boston Celtics sono stati presentati anche i nuovi rookie scelti al Draft: Romeo Langford, Grant Williams, Carsen Edwards e Tremont Waters. Sarà un estate più calda del solito dalle parti della Città of “Kind Hearts”.

 

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