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I 10 Migliori giocatori NBA passati per l’Italia

I migliori giocatori provenienti dalla NBA che hanno calcato i parquet della penisola italiana, e hanno lasciato ricordi indelebili nei cuori e nella mente di milioni di tifosi e appassionati.

JOE BARRY CARROLL

Joe Barry Carroll con la maglia della Simac Milano

J.B. la NBA non l’aveva solo assaggiata, intravista per poco tempo dalla fessura della serratura, Carroll la NBA l’ha vissuta da protagonista, dopo una sfavillante carriera alla Perdiue University viene scelto con la prima chiamata del draft 1980.

A detta di molti una delle peggiori prime scelte della storia, soprattutto per come fu ottenuta la scelta da Golden State, la quale cedette a Boston Parish e una futura scelta che i Celtics avrebbero usato per arruolare McHale, credendo di fare un affare.

Ma la sua scarsa notorietà in America è più dovuta al carattere schivo e menefreghista che per i risultati sul campo che furono ottimi, nei sui 4 anni nella baia la sua media punti superò sempre largamente i 20, cifre arricchite da una buona dose di rimbalzi e da un’ eccellente dote da stoppatore.

Il rinnovo contrattuale tuttavia fu travagliato, i GSW non volevano cedere i diritti che avevano sul giocatore ad un’altra compagine NBA ed allora J.B. che desiderava cambiare aria decise di approdare in Italia, per l’esattezza a Milano.

La Simac era la squadra da battere durante gli anni 80 del basket italiano, l’allenatore era la leggenda vivente Dan Peterson, Meneghin, D’Antoni, Gallinari, Walker le punte di diamante alle quali si aggiungeva il talento di Carroll.

Peterson per non rinunciare ad averlo in quintetto decise di giocare con due centri contemporaneamente, con Meneghin che offensivamente fece un passo indietro.

J.B. sembrò spesso perso e poco interessato, ma quando si accendeva si infiammava  letteralmente, tocco morbido e vellutato, tecnica impeccabile, efficacia assicurata, una stella NBA scesa dall’olimpo che svogliatamente mostrava ai comuni mortali le sue doti.

Con lui Milano nei playoff rimase imbattuta e per diretta conseguenza vinse lo scudetto 1984-1985 (Pesaro non poté far nulla), da aggiungere a una coppa Corack (anche essa vinta senza uscire mai sconfitti da un a singola partita).

Un giocatore del genere  però può rimanere in Italia solo un anno, e così fu,  infatti 1985 ritorna a Golden State dove gioca altri due anni a ottime medie, numeri che gli fanno ottenere anche una convocazione all’All Star Game.

Nel 1987 lo scambio che lo porta in Texas a Houston dove inizia un lento ma inesorabile declino.

Finale PlayOff Scudetto 1984-85 – Scavolini Pesaro – Simac Milano

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