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I 10 Migliori giocatori NBA passati per l’Italia

I migliori giocatori provenienti dalla NBA che hanno calcato i parquet della penisola italiana, e hanno lasciato ricordi indelebili nei cuori e nella mente di milioni di tifosi e appassionati.

CHARLES SHACKLEFORD

Charles Shackleford in schiacciata

Fine del campionato 1990, Caserta decide di salutare colui che fino a quel momento ha rappresentato l’uomo immagine della squadra: il brasiliano Oscar, un giocatore come pochi e come nessuno mai in quel di Caserta, grande realizzatore e trascinatore, faro luminoso di quel nucleo di giovani ragazzi casertani tra i quali Gentile ed Esposito.

Con Oscar sono arrivate due finali scudetto, perse entrambe con Milano, una finale di coppa delle coppe persa con il RealMadrid ai supplementari, e l’unico trofeo importante fino a quel momento: una Coppa Italia strappata alla Virtus Bologna.

Per colmare l’incredibile vuoto lasciato da un giocatore di riferimento sia per la squadra che per i tifosi, l’allora GM della Phonola Caserta  Giancarlo Sarti decide finalmente di investire sugli americani (Caserta era rimasta l’unica compagine italiana a non averli a roster).

Arrivano due perfetti sconosciuti: Tellis Franck e Charles Shackleford; l’ultimo è una vera e propria scommessa, il talento non si discute, ma le voci che provengono dagli States parlano di un carattere imprevedibile e problematico: un piantagrane, ma quelle 130 partita giocate per i New Jersey Nets erano li da ascoltare e dicevano che il giocatore meritava.

Nessuno a Caserta aveva mai visto un individuo del genere aggirarsi per le strade delle città, l’aspetto era trasandato al suo arrivo, il brillante all’orecchio immancabile, fumava e frequentava i locali notturni; le parole del presidente di caserta rivolte al suo GM la prima volta che Charles entrò in palestra sono chiarificatrici: “ma cosa mi hai preso, un bandito?“.

Però era forte, incredibilmente forte e più prima che poi tutti se ne sarebbero accorti.

Nessuno credeva quell’anno alla squadra guidata da coach Marcelletti, ma dopo alcune partite tutti si ricredettero.

Shackleford nel suo primo anno all’ombra della reggia (19 punti, 15 rimbalzi di media) riesce ben supportato dall’intera squadra a riportare la Phonola in finale scudetto sempre contro le scarpette rosse allenate ai tempi da Mike D’antoni, era la terza finale in meno di dieci anni fra le due squadre e Milano fino a quel momento aveva sempre vinto.

Caserta aveva legittimato quella finale con un’ottimo campionato chiuso al secondo posto, proprio alle spalle solo di Milano, che in tutta la stagione non aveva mai perso una singola partita in casa.

La finale dopo una serie equilibrata si sarebbe decisa in gara 5 a Milano, l’impresa sembrava di quelle improponibili, ma tutti a Caserta ci credevano, tanto da organizzare una vera e propria emigrazione di massa sulle tribune del Forum di Assago.

Shackleford  fu immarcabile, chiuse la sua partita con 20 punti e 20 rimbalzi, ammattendo letteralmente il suo marcatore Cozzell Mcqueen, altri si distinsero in quella finale (30 punti arrivarono da Dell’Agnello, 25 da Gentile che mise i tiri decisivi sul finale), Charles aveva giocato da campione e aveva reso campione Caserta per la sua prima volta.

Dopo quella stagione tornò in NBA a Philadelphia (120 partite), di nuovo un ritorno di fiamma meno fortunato a Caserta e poi di nuovo NBA con Minnesota.

La vita di Shack rimane però a  due facce: una in cui diventava “il signore degli anelli”, l’altra che lo ha perseguitato per tutta la vita con quel pessimo rapporto con la droga mai chiuso definitivamente.

Venne trovato morto nella sua casa a 50 anni nel 2017, dopo che nel 2010 era stato arrestato per spaccio di droga.

Ma non è così che merita di essere ricordato un giocatore del genere, una persona di colore di 2,10 cm che era riuscito ad integrarsi perfettamente nella piccola città di Caserta, un uomo in sintonia con i tifosi tanto da divertirsi a scoppiare petardi e bombe carte con loro, un’ottimo giocatore che era riuscito a fare breccia nel cuore dei tifosi casertani riuscendo a riempire il vuoto lasciato da Oscar con uno scudetto.

In link la gara 5 delle finali del 1991 fra la Phonola Caserta e la Philips Milano 

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