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NBA, Doc Rivers: “Allen va omaggiato. Con i Celtics del 2008 andrei in guerra”

Doc Rivers prova a ricucire lo strappo tra Allen e i Celtics

La straordinaria carriera di Ray Allen verrà degnamente celebrata con l‘ingresso nella Hall of Fame nel corso della cerimonia in programma a Springfield nel fine settimana.

Molti gli renderanno omaggio, ma non tutti. ‘He got game’, infatti, ha recentemente dichiarato di non aspettarsi congratulazioni da parte di alcuni membri del gruppo vincente dei Boston Celtics 2008, con i quali il rapporto è ai minimi termini dopo il passaggio agli Heat nell’estate 2012.

Coach Doc Rivers, condottiero di quella squadra dalla panchina, ha mostrato grande dispiacere per la mancata pacificazione. Di seguito riproponiamo pensieri e parole raccolti da Chris Forsberg di ESPN:

“Con il passare degli anni, si sono allontanati. Mi dispiace. Vorrei che questa fosse l’occasione giusta per celebrare Ray. Non c’è molto altro da dire a riguardo. Lui ci ha permesso di vincere un titolo, davvero. Credo lo si dovrebbe celebrare, a Boston. È tra i responsabili di quel banner [sul tetto del TD Garden]. Vorrei tanto aver fatto un lavoro migliore nel riunire quel gruppo. Riesco con molti, ma non con tutti. Erano assai legati e mi fa davvero male vedere ciò che sta succedendo.”

CROCE E DELIZIA

La tensione è latente soprattutto tra Ray Allen e Rajon Rondo. Rivers, in tal proposito, ha aggiunto:

“Ci ho provato, questo posso dirlo. Entrano in gioco molti piccoli dettagli. […] Ci sono due Hall of Famer in quanto a competitività. […] Credo che Paul [Pierce], tentando di ‘allungare  il ramo d’ulivo’ [perché facessero pace],  abbia fatto la cosa giusta. Ma la nostra forza è stata al contempo la ragione alla base delle difficoltà nelle relazioni: molto testardi, duri, agonisti, nessuno si arrendeva.

La frase che ero solito impiegare mille e mila volte per calmare gli animi nel corso delle discussioni era: ‘L’importante è sistemare le cose, non stabilire chi ha ragione.’  […] Sul campo, porterei quella squadra in guerra con me ogni sera. Se dovessi giocarmi la vita in una partita, vorrei farlo con la squadra del 2008.”

 

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