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Central Division

NBA Season Preview 2023-2024, Central Division: Dame Time e non solo

Centrale, di nome e di fatto, viste le circostanze disegnate dal recente mercato. Una squadra – Milwaukee – sopra tutte, con altre realtà pronte ad emergere. Monty Williams riporterà in auge i Pistons dopo i successi a Phoenix? E Indiana tornerà a veder le stelle, al di là del weekend di febbraio?

adrian griffin coach milwaukee

Dall’addio di LeBron James alla Division nell’estate 2018 i Milwaukee Bucks hanno sempre primeggiato nella Central Division. Gli elementi di interesse non mancano (nuovo allenatore, ad esempio) ma sul  risultato – ai nastri di partenza della stagione, sembrano esserci pochi dubbi. I Cavaliers cercano la conferma ai piani alti, Indiana vuole ben figurare con la spinta dell’All-Star Game alla Gainbridge Fieldhouse. Detroit e Chicago con il cartello “lavori in corso”. Tuffiamoci in un riassunto della Central Division.

Chicago Bulls

L’uscita di scena al secondo round dello spareggio Play-in, ancorché per mano dei Miami Heat poi campioni della Eastern Conference, non cambia la valutazione sulla passata stagione dei Chicago Bulls. Nonostante lo sprint da 14-9 dopo la pausa All-Star il record vittorie-sconfitte è complessivamente mediocre (40-42, sei successi in meno del 2021-2022) e ben fotografa la stagnazione tecnica del roster guidato da Billy Donovan. L’ex Florida Gators e Oklahoma City Thunder, che nel triennio ha raccolto una sola partecipazione alla postseason, approccia al quarto anno sulla panchina Bulls con più di un’incognita. Il grande punto di domanda, come 12 mesi fa, riguarda Lonzo Ball, il cui rientro appare sempre più lontano. L’exception ottenuta da Chicago per far fronte alla sua lunga assenza offre un minimo di flessibilità alla squadra, già vincolata a un regime di hard cap dal punto di vista salariale. Il tentativo di leggere l’estate dei Bulls impone di sottolineare la stretta correlazione tra Draft e free agency, al di là della prossimità nel calendario. Per farlo è opportuno ricordare come e perché Arturas Karnisovas si sia trovato senza scelte da spendere nella notte del Barclays Center. Già sanzionato causa tampering proprio in occasione dell’approdo di Lonzo nella Windy City, il front office di Chicago ha visto sfumare la pick al primo giro 2023 dopo la Draft Lottery del maggio scorso. La chiamata (protetta solo 1-4) è finita a Orlando nell’ambito della trade che aveva portato in Illinois Nikola Vucevic. Da queste premesse, l’estensione di contratto concordata con il lungo montenegrino poco prima dell’avvio della free agency era quantomeno prevedibile. Per la prima volta in carriera il nativo di Morges ha giocato tutte le 82 partite di stagione regolare: condizione fisica e costanza di rendimento sulle quali scommettere. Resta intatto dunque il trio con Zach LaVine (77 gare disputate, massimo da quando è ai Bulls) e DeMar DeRozan, tornato nuovamente All-Star. Riuscire a levarsi l’ingenerosa etichetta di giocatore da mid-range rappresenta un obiettivo realistico dell’annata per l’ex Raptors e Spurs ed è in linea con le priorità evidenziate in sede di exit interview dal management Bulls. Chicago ha chiuso in effetti al 30º e ultimo posto nella graduatoria nella lega per triple tentate a partita; questione di filosofia, certo, ma in netta controtendenza con la direzione del gioco NBA moderno. Cercando di colmare almeno in parte questa lacuna, la dirigenza ha pescato dal mercato per integrare la propria batteria di esterni, strappando l’intesa con Jevon Carter e Torrey Craig. In cabina di regia, ruolo sempre orfano del suddetto Lonzo, chiavi in mano ad Alex Caruso, supportato da Coby White (top scorer della second unit) e Ayo Dosunmu. Entrambi sono stati confermati da restricted free agent, così come Terry Taylor, già sotto contratto two-way. Situazione diversa invece per Pat Beverley, le cui pretese salariali non coincidevano evidentemente con disponibilità e progetti del management Bulls: la carriera del veterano NBA, ormai trentacinquenne, proseguirà a Philadelphia. Da segnalare, tra le porte girevoli del frontcourt  la player option esercitata da Andre Drummond e la dipartita di Derrick Jones Jr., direzione Dalllas. Ennesimo momento di transizione all’orizzonte per Chicago: DeRozan,  ad esempio, entra nell’ultimo anno di contratto, mentre Patrick Williams, che quest’estate avrebbe potuto firmare la sua rookie scale extension, sarà tra i restricted free agent del 2024. La preparazione è iniziata in modo atipico, a Nashville, dove pare che la proprietà voglia trasferire i White Sox, squadra MLB.

Lo United Center, in compenso, ha riabbracciato Dennis Rodman, e tanto basta per approcciare con ottimismo alla preseason che scatta tra qualche ora. BullsFest is underway.

 

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