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NBA, Kevin Porter Jr. arrestato per il tentativo di aggredire la sua ragazza

Il giocatore dei Rockets è in custodia cautelare

Kevin Porter Jr.

La polizia di New York ha arrestato Kevin Porter Jr., giocatore degli Houston Rockets, con l’accusa di aggressione ai danni di una ragazza. Un portavoce della polizia ha confermato che Porter è in arresto, e sarà accusato di aggressione e strangolamento. Il dipartimento della polizia non ha confermato l’identità della ragazza, ma dovrebbe comunque trattarsi della fidanzata del giocatore.

La vicenda inizia alle 6:45 della mattina, quando la polizia riceve una chiamata dall’hotel Millennium Hilton New York One UN Plaza. I poliziotti arrivati sul post trovano “una ragazza di 26 anni con un taglio sul lato destro del volto”. Un’investigazione preliminare ha determinato che il colpevole dell’aggressione, poi identificato come Kevin Porter Jr., “ha colpito più volte la ragazza al corpo e ha cercato di strangolarla”.

Anche la NBA ha iniziato un’investigazione su quanto successo, indipendente dalle indagini legali. E quindi potrà definire una punizione, anche esemplare, non legata a quella che sarà la sentenza del giudice al termine del processo. A seconda di come andranno le investigazioni della lega, il commissioner potrà multare, sospendere, licenziare o squalificare il giocatore colpevole di violenze domestiche. Mentre la NBA conduce questa investigazione, i Rockets non possono decidere alcuna punizione in modo autonomo ai danni del giocatore, e non possono quindi neanche sospenderlo, e si sono quindi limitati a rilasciare una dichiarazione:

“Siamo in un processo di raccolta di informazioni sul caso che riguarda Kevin Porter Jr. Non abbiamo ulteriori commenti in questo momento”

Nello scorso ottobre Kevin Porter Jr. aveva firmato un rinnovo da 82,5 milioni in quattro anni. Una cifra importante, ma non totalmente garantita, a causa dei già noti problemi di Porter Jr. con la legge. Nella sua unica stagione al college, a USC, era stato sospeso per problemi di comportamento. I problemi disciplinari erano poi emersi a Cleveland e a Houston, anche a causa di un problema di gestione della rabbia.

 

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