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NBA, Rony Seikaly racconta il suo “Jordan Moment”

Il vincitore del Most Improved Player 1990 racconta alcuni dettagli della partita in cui Jordan segnò 54 punti in tre quarti

MIchael Jordan

Rony Seikaly, ex giocatore NBA recentemente intervistato dalla redazione di The Ringer, ha raccontato un aneddoto risalente ai Playoff 1992, anno in cui lo stesso Seikaly ed i suoi Miami Heat affrontarono i Chicago Bulls campioni in carica all’altezza del primo turno della Eastern Conference:

“I Bulls arrivarono a Miami sopra 2-0 nella serie d’apertura. La cittadinanza li ha accolti come se fossero un’autentica rock band, dimenticando sostanzialmente il fatto che fossero nostri avversari. Michael Jordan decise di impiegare le ore immediatamente precedenti la partita giocando a golf, optando tra l’altro per un campo provvisto di 36 buche. Giocò un primo quarto terribile, segnando due soli punti dalla lunetta e nessun canestro dal campo. Sopra di quindici punti e con l’entusiasmo generato dal calore del pubblico, Glen Rice e Steve Smith, dopo essersi avvicinati a Jordan ed averlo squadrato con sufficienza, fecero ritorno in panchina gongolando, certi che Michael avesse colpevolmente sottovalutato la partita sin da quel pomeriggio”.

Continua Seikaly:

“Bastò quel singolo sguardo per mandare in fumo ogni singola ipotesi di vittoria finale. Alla sirena finale, il tabellino di Michael recitava 56 punti (20/30 dal campo e 16/18 ai liberi), 5 rimbalzi, 5 assist, 4 palloni recuperati e 2 stoppate. Chicago vinse quella partita 119-114 e chiuse la serie in tre incontri, aprendo con un positivo rotondo la postseason che condusse la franchigia al secondo titolo consecutivo. Ripensando a questo ed a molti altri casi, credo che l’onnipotenza cestistica di Jordan sia più evidente se interpretata come reazione istintiva ai peccati di lesa maestà”.

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