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NBA, le prime parole di Westbrook in maglia Lakers

“LeBron James? Gli renderò la vita più facile”

Ora è ufficiale. Russell Westbrook è un nuovo giocatore dei Los Angeles Lakers, sbarcato in California a seguito di una trade con gli Washington Wizards. E dopo la firma quello che mancava era solamente la prima conferenza stampa con la nuova maglia LA.

Ecco di seguito le parole di Westbrook in risposta alle domande dei reporter losangelini:

“Essere qui? Lo ammetto, fa ancora uno strano effetto. Io sono di Los Angeles, sono cresciuto qui. Essere tornato la sento come una benedizione, non vedo l’ora di cominciare con i miei compagni.

Questa sarà la mia 14esima stagione, sono pronto ad aiutare i ragazzi come ho sempre fatto in carriera, cercando di metterli nelle condizioni per vincere”

I ragazzi di cui parla Russell sono niente meno che LeBron James e Anthony Davis su tutti, le stelle di una squadra che punta a bissare la conquista dell’anello NBA arrivata solo un paio di stagioni fa. Sul roster così pieno di talento e dal grande potenziale, l’MVP della stagione 2016/17 ha risposto così:

“Il roster è fantastico. Sono davvero eccitato dai nomi che mi aspettano, non vedo l’ora di cominciare a lavorare. L’età del roster non è affatto un problema, d’altronde con l’età arriva sempre esperienza, ed è proprio l’esperienza che ci aiuterà a raggiungere l’obbiettivo. LeBron James poi è uno dei migliori del gioco, mi darà la possibilità di essere la mia versione migliore.

Giocare assieme non sarà affatto un problema. Ho dimostrato di saper stare in campo e di essere pericoloso anche lontano dal pallone. Voglio rendergli la vita facile”

Su Kobe Bryant e la città di LA

Infine, Westbrook spende parole dolci per la figura di Kobe Bryant condividendo alcuni ricordi col Black Mamba, oltre che dimostrarsi sempre attento alla comunità ed ai più giovani:

“Queste cose succedono sempre in modo frenetico, sono difficili da gestire. Ma io e la mia famiglia siamo molto felici di questa occasione. Avrò la possibilità di stare vicino a mia madre, ai miei figli e a mia moglie e ora che sono tornato voglio diventare un punto di riferimento per i giovani di Los Angeles e la comunità. E’ una cosa a cui tengo molto, come ho dimostrato nei miei anni in NBA. Sarò un modello per questi ragazzi.

Penso spesso a Kobe. Fa ancora male pensare a cosa è successo, e continuerò a pensarci ogni volta che indosserò la casacca gialloviola. La cosa che più ci legava era la competitività, l’approccio al gioco e l’agonismo. Tutto ciò che era la Mamba Mentality. Ma la verità è che ci avvicinammo per cose fuori dal campo, un’amicizia lontana dal parquet. Sono quelle le cose che più mi hanno segnato” 

 

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