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Kevin Garnett: “I giocatori di 20 anni fa non potrebbero giocare nella NBA di oggi”

L’ex stella di Minnesota ha spiegato le ragioni per cui i giocatori di una volta sarebbero in difficoltà nella NBA moderna

Troppo spesso siamo abituati a sentire ex giocatori NBA denigrare l’attuale livello del campionato e dei suoi giocatori, definiti soft o troppo amichevoli rispetto alle ere precedenti. Ebbene, Kevin Garnett fa eccezione perché in una intervista rilasciata al New York Times, l’ex stella dei Minnesota Timberwolves ha dichiarato che i giocatori di fine anni 90′ e inizio nuovo millennio non sarebbero in grado di giocare nella NBA moderna:

“Il gioco oggi è a un altro livello. Voglio vedervi provare ad andare in campo, fare sprint da un angolo all’altro e tirare sempre dall’arco. Dovete farlo per 10 volte di fila per poi concentrarvi sulla fatica. Capirete molto bene cosa sto dicendo perché questi giocatori lo fanno per 48 minuti. Non credo che i ragazzi di 20 anni fa potessero giocare a questi ritmi. Vent’anni fa, i ragazzi usavano le mani per difendere sugli avversari. Adesso non lo puoi fare o ti fischiano contro. Ciò rende la difesa dannatamente impossibile. Riuscite ad immaginare non poter difendere toccando Michael Jordan? No. Il fatto che non puoi toccare i giocatori dà tanta flessibilità all’attaccante. I difensori devono inventarsi soluzioni nuove. Però dobbiamo dire una cosa: Steph Curry ha rivoluzionato tutto con i suoi tiri dall’arco. Stessa cosa per altri giocatori come Klay Thompson. Dame Lillard. Queste shooting guard hanno cambiato il gioco. Non so se anche le guardie di 20 o 30 anni fa avrebbero potuto giocare oggi. Credo che il gioco sia in buone mani.”

Poi, KG è intervenuto sulla volontà da parte della lega di ripristinare la possibilità per i diciottenni di entrare direttamente nel campionato senza dover obbligatoriamente passare tramite la NCAA, come accade ormai dal 2006:

“Non mi piaceva il modo in cui fondamentalmente cercavano di far andare al college i ragazzi che potevano già essere nella lega. I college non pagavano i giocatori e ancora non lo fanno oggi. Non vedo davvero il vantaggio per la lega nel doverli far aspettare. Bisognare lasciare che le squadre plasmino un determinato giovane talento. Riuscite a immaginare i Pelicans come avrebbero potuto lavorare con Zion già a 18 anni? Potevano plasmarlo fin da subito, come hanno fatto i Timberwolves con me. Bisogna lasciar gestire correttamente il talento alle squadre.”

 

 

 

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