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NBA, rischio cluster in casa Sixers dopo il caso Curry

Dopo la positività di Seth Curry, a Philadelphia c’è preoccupazione per il contagio

Diversi giocatori potrebbero essere costretti a fermarsi in casa Sixers dopo la positività al Covid di Seth Curry.

Tutto è partito la notte scorsa, durante l’incontro giocato e perso da Philadelphia contro i Brooklyn Nets. Curry, infortunato a causa di guai fisici, si è accomodato in panchina assieme al resto dei compagni, salvo poi doversi allontanare dall’arena alla notizia dell’ esito positivo del tampone.

Il fatto di non essere sceso in campo tranquillizza solo in parte la franchigia di Brooklyn. Mentre non allevia per nulla la perniciosa situazione dei Sixers. Curry infatti ha avuto, ovviamente, contatti coi compagni e ora la franchigia teme di dover fare a meno di diversi giocatori. Da protocollo infatti tutti i giocatori dovranno sottoporsi a tampone ed è probabile che alcuni dovranno seguire anche la settimana di isolamento precauzionale.

Una situazione che lascia numerose perplessità sul protocollo di prevenzione e accertamento al covid dei giocatori. Sia per il ritardo nella comunicazione dei risultati rispetto all’orario in cui i giocatori sono scesi in campo. Sia per il fatto che un giocatore, Curry in questo caso, sia potuto accomodarsi in panchina senza essere in possesso dell’esito dell’ultimo controllo effettuato.

Assenza che peserà anche sportivamente parlando. I Sixers, ancora primi ma con una partita in più, dovranno fare a meno di un Curry al massimo in carriera sia per punti realizzati a partita, oltre 17, che per percentuale al tiro da tre, quasi il 60 %. Cifre che lo rendono tra i migliori nuovi innesti di questa stagione 2020-2021 oltre che un elemento finalmente in grado di aprire il campo per gli scarichi dei vari Simmons, Embiid Harris.

Da capire quanto la positività inciderà sul giocatore. E sul roster intero.

 

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