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NBA, le parole di Luguentz Dort dopo i 30 punti

Il giovane giocatore dei Thunder ha parlato ai giornalisti dopo gara 7 contro Houston dove, nonostante i suoi 30 punti, è arrivata la sconfitta

Nonostante la sconfitta e l’uscita dai Playoff contro Houston, per i Thunder non sono mancati dei segnali incoraggianti per il futuro. Tra tutti, spicca la partita in Gara 7 di Luguentz Dort. Il giovane canadese, entrato nell’organizzazione di Oklahoma City grazie a un two-way contract dopo non essere stato scelto al Draft. Le ottime prestazioni raccolte gli hanno però permesso di guadagnare un contratto da 4 anni per 5,4 milioni di dollari.

La partita di stanotte è stato sicuramente la migliore della sua carriera. Sono arrivati 30 punti e 4 rimbalzi, tirando 10/21 dal campo e 6/12 dall’arco dei 3 punti. È diventato anche il primo undrafted della storia NBA a segnare almeno 30 punti in una partita decisiva dei Playoff, e anche uno dei soli tre giocatori (gli altri due sono Kobe e LeBron) sotto i 21 anni a segnare almeno 25 punti in una Gara 7.

Dopo la partita Dort ha parlato ai giornalisti dell’impatto dei giovani, in particolare da parte sua, di Shai e di Darius Bazley:

“Abbiamo parlato molto tra di noi. Ci incontriamo spesso, siamo molto amici. Ci siamo detti che questa sarebbe stata una grande partita e dovevamo fare un passo in avanti. Penso che siamo riusciti a fare tutto quello che potevamo per noi e per la squadra”

Dort ha poi risposto molto emozionato alla domanda di un giornalista di okcthunder.com, il quale gli aveva chiesto come sia stata la sua esperienza con i Thunder, in particolare nei 57 giorni passati nella bolla di Orlando, e dell’aiuto avuto da parte del compagno di squadra Chris Paul e degli altri veterani:

“È stato molto difficile. Non sono stato scelto al Draft, ma questa squadra mi ha dato fiducia, hanno tutti creduto in me. Sono davvero fortunato ad essere qui con tutti questi ragazzi. Sono grato per tutta la nostra stagione. Chris è un vero leader. Ha fatto davvero un gran lavoro durante tutto questo periodo nella bolla. Dennis [Schroder] è uno di quelli che mi ha spinto fin dall’inizio, fin dalla prima partita contro Minnesota. Vivere nella bolla è davvero un’esperienza. Non penso ce ne saranno altre, ma l’NBA ha fatto davvero un gran lavoro nel portarci tutti qua per finire la stagione”

Parlando poi della partita, al giocatore di OKC hanno chiesto cosa abbia provato mentre giocava Gara 7, in particolare riguardo l’ultimo possesso della partita:

“Sono rimasto fiduciono durante tutta la partita. Avevo avuto un paio di brutte partite, ma mi sono fatto avanti prendendo i miei tiri. Non ho voluto sentire tutto quello che mi dicevano i giornalisti ma mi sono fidato dei miei compagni e del coach. Lui ha davvero creduto in me e questo mi ha aiutato. Sapevo fosse una partita importante, e mi piace giocare partite del genere.  Riguardo l’ultimo tiro, non pensavo che lui [Harden, N.d.A.] fosse così vicino, ma lo era. Ero pieno di fiducia per quel tiro, ma lui era lì e ha fatto un’ottima giocata”

 

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