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NBA, spiegati i dettagli sul paragone tra Irving e Erving

Irving fatica ad affermare il ruolo di leader della squadra

Le capacità di leadership di Kyrie Irving sono sempre state messe in dubbio. Da quando il giocatore ha lasciato i Cleveland Cavaliers per trovare un contesto dove non fosse così invadente l’ombra di LeBron James, le cose non sono andate benissimo negli spogliatoi delle diverse franchigie che lo hanno ospitato.

Dopo il disastro ai Boston Celtics, adesso tocca saper gestire bene la situazione ai Brooklyn Nets. Per via del lungo stop di Irving, la franchigia si è fatta trainare da un ottimo Spencer Dinwiddie, che è riuscito a saldare la settima posizione a Est (ora ottava in seguito al rientro di Irving).

Con il rientro dell’ex Celtics, però, le cose cambiano. Ora sta a lui guidare la squadra e creare il giusto affiatamento nello spogliatoio. Ma ciò potrebbe richiedere più tempo del previsto.

In merito allo strano paragone tra Irving e Julius Erving, Michael Lee di The Athletic ha spiegato i dettagli della vicenda:

“Kyrie Irving si stava vestendo nello spogliatoio al Wells Fargo Center quando ha deciso di raccontare a Caris LeVert, che era lì vicino, un curioso fattore legato ai Nets. “Non è una coincidenza che l’ultima volta che i Nets hanno vinto un titolo erano capitanati da Julius Erving e ora abbiamo un altro Irving”. Il nesso era che i Nets avrebbero vinto un altro titolo perché avevano un giocatore il cui nome si pronunciava in modo simile.

Irving era a metà tra il serio e lo scherzoso, ma LeVert era chiaramente confuso. Vedendo che LeVert non stava capendo, Irving ha chiesto il supporto di Theo Pinson. Poi ha chiamato anche Taurean Prince, ma anche lui era perplesso. Così ha provato a spiegarsi meglio: “Sto solo dicendo Erving e Irving. Lui ha una “E” all’inizio, ma come lo pronunciate? Irving”. Ha sorriso e ha scosso la testa. Infine ha lasciato perdere i suoi compagni quando ha inteso che non avevano capito.

 

Il racconto del giornalista di The Athletic mette in luce ancora una volta la strana personalità giocatore. Alterna momenti positivi ad altri contraddittori o senza un grande nesso logico (come quello citato sopra). Così i compagni rischiano di fraintendere, di ignorare o semplicemente di non comprendere le parole di colui che dovrebbe essere il leader della squadra. Chissà se a lungo andare le cose cambieranno o lo spogliatoio dei Nets sarà la prossima vittima.

 

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