Trent’anni tra le fiamme di calore di South Beach. Trent’anni sulla sua poltrona all’interno dell’American Airlines Arena, ora Kaseya Center. Per Pat Riley non è ancora arrivato – grazie al cielo – il momento del ritiro. Ma, in occasione di una ricorrenza non banale, il presidente dei Miami Heat sarà onorato dalla franchigia che ha contribuito a fare grande. Da questa stagione il parquet di casa sarà il “Pat Riley Court“.
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È il 2 settembre 1995 quando Pat Riley arriva in Florida con 4 anelli alle spalle e si siede sulla panchina degli Heat. Da lì, per 11 anni consecutivi, guida gli Heat a una rinascita che passa per Shaquille O’Neal, Alonzo Mourning e soprattutto Dwayne “The Flash” Wade. Nel 2006 arriva l’anello tanto cercato. Poi, due anni dopo, un altro passaggio cruciale. È promosso nel front office, e indica come suo successore un certo Eric Spoelstra. E in quello stesso anno è introdotto nella Naismith Basketball Hall of Fame. Ma non è finita.
Nella dirigenza Riley si guadagna la fama che lo accompagna fino a oggi di The Godfather, il Padrino della NBA. Perché tutto, tutto, prima di accadere passava almeno per un millesimo secondo nelle sue orecchie. Porta a South Beach LeBron James e Chris Bosh, regalando altri due anelli a Miami. E ora è onorato dalla sua Miami. Un piccolo tributo per l’uomo che ha portato gli Heat a diventare un nome, un brand, una superpotenza del basket.
“Questo è stato un viaggio incredibile che io e il proprietario Micky Arison abbiamo camminato insieme negli ultimi 30 anni. L’obiettivo fin dal primo giorno è stato quello di vincere, e vincere alla grande. E così è stato. Abbiamo vinto campionati, ci siamo inondati a vicenda di champagne, abbiamo fatto parate, abbiamo festeggiato su questo parquet, in questa arena, nelle strade con i nostri grandi tifosi e abbiamo appeso i nomi dei nostri più grandi giocatori al soffitto del palazzetto. Intitolare il campo a me avrebbe reso i miei genitori molto orgogliosi. È un grande, grande onore per me, per mia moglie Chris e per la mia famiglia”.
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