«Non avrei mai immaginato di scrivere questa lettera, anche se sapevo che questo giorno sarebbe arrivato». Danny Green dice basta dopo 15 anni tra Cleveland, San Antonio, Toronto, Lakers, Philadelphia e Memphis. Finisce così la carriera di uno dei rari esempi di giocatore scelto al secondo giro del Draft, e sbocciato in un giocatore a tutto tondo che faceva invidia al resto della NBA. È uno dei quattro giocatori che nella storia della lega sono riusciti a conquistare tre anelli con tre squadre diverse: nel 2014 con gli Spurs, nel 2019 con i Raptors, nel 2020 con i Lakers nella Bolla di Orlando.
Danny Green è stato il classico unsung hero, troppo sottovalutato dalla critica sempre preda dei grandi fenomeni. Nonché uno dei più letali tiratori degli ultimi anni, ha salutato così la palla a spicchi sui social:
“Non avrei mai immaginato di scrivere questa lettera, anche se sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. La mia vita è ruotata intorno a questo gioco, che mi ha portato in tutto il mondo e mi ha fatto conoscere persone incredibili. È stato un viaggio incredibile di cui sono immensamente orgoglioso e che non avrei potuto realizzare senza il sostegno di tanti. Sono quello che sono grazie a voi, quindi grazie! A tutti i miei amici, alla famiglia, agli allenatori e ai compagni di squadra del liceo, del college e dei professionisti; a mia moglie e al mio bambino, che mi hanno spinto a essere non solo un grande giocatore, ma una persona migliore ogni giorno. Spero di rendervi orgogliosi quando appenderò la maglia e le scarpe da ginnastica al chiodo e mi allontanerò ufficialmente dal gioco. Sono entusiasta del prossimo capitolo e non vedo l’ora di affrontare nuove sfide”.
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