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Mondiali basket 2023, è ora di Italia-USA. Pozzecco: “Possiamo battere chiunque”

Il coach convinto delle potenzialità del suo gruppo di lavoro

roster italia basket mondiali

Siamo giunti al giorno più importante per la nostra nazionale ai mondiali di basket 2023. Oggi pomeriggio, ore 14.40, andrà in scena la sfida tra Italia-Team USA, per un quarto di finale da brivido. Dopo i commenti nella giornata di ieri di Petrucci, quest’oggi è toccato a coach Gianmarco Pozzecco fare il punto della situazione e caricare i suoi ragazzi, attesi davvero ad una prova difficile. Queste le sue parole rilasciate ai microfoni de La Gazzetta dello Sport:

“I miei giocatori non devono sentirsi inferiori a nessuno. Similitudini rispetto alla vittoria nel 2004? Quella era un’amichevole, non si può fare il paragone con la partita che ci aspetta. A Colonia gli Usa furono sorpresi da una banda di squinternati. Ma tra questa e quell’Italia c’è un denominatore comune: due gruppi che comunque vada la partita la giocano e faranno di tutto per farlo. Ma oggi le difficoltà che incontra una squadra sono diverse. Rispetto ai Giochi 2004, dove arrivammo ai quarti battendo Nuova Zelanda e Cina, il livello è più complesso. Gli Usa per batterli devi sfruttare l’effetto sorpresa. Cosa che non succederà perché sono reduci da una sconfitta e con noi sarà una partita da dentro o fuori. Ma resto della mia idea: i miei ragazzi possono vincere contro tutti.”

Poi, un riassunto del percorso dell’Italbasket in questi mondiali:

“La Nazionale vive un qualcosa che nessuno si aspettava. Quello che stiamo facendo è qualcosa di tangibilmente concreto. C’è voluto più del necessario per farlo capire ma ora sono convinto che tutti abbiano capito lo spessore di questi ragazzi”.

La chiosa, parlando di Nick Melli:

“Melli è la cosa più vicina a Dino Meneghin che io abbia mai visto su un campo da basket. Ricordo la prima volta che ho avuto la fortuna di giocare contro Dino in un Udine-Trieste. Avevo la percezione che nessuno potesse segnare contro di lui, tutti subivamo la sudditanza psicologica. Con Nicolò è lo stesso: per quello che fa dentro e fuori dal campo è un fattore. Lo percepiscono i compagni, gli arbitri, i tifosi”.

 

 

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