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NBA Finals, Erik Spoelstra: “Vince solo chi si sacrifica”

Il coach di Miami ha elogiato a lungo sia Jimmy Butler sia Nikola Jokic

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Mancano ormai poco più di 24 ore a gara 3 tra Heat e Nuggets. Per la prima volta dal 2014 si giocherà una partita delle Finals sul parquet di casa di Miami. Un’occasione da non perdere per gli Heat, che vincendo le due sfide casalinghe si porterebbero sul 3-1 nella serie. Nella conferenza stampa dopo la sessione odierna di allenamento, coach Erik Spoelstra ha raccontato di come i suoi ragazzi stanno vivendo queste settimane ad altissima tensione.

“Vivono sul filo del rasoio, al limite. Il pulsante “on” è sempre attivo. Ma c’è anche bisogno di prendersi dei momenti. Non per rilassarsi, ma solo per ricaricarsi, distogliere la mente da tutto in modo che da prepararsi emotivamente, fisicamente e spiritualmente.”

L’allenatore degli Heat ha poi brevemente commentato le parole di Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors, durante il The Draymond Green Show riguardo ai role player di Miami.

“Convincere i ragazzi a entrare nel loro ruolo, accettare qualcosa che è più grande di loro. Questa è probabilmente la cosa più importante quando stai cercando di costruire una squadra che possa lottare per il titolo. Cerchi di giocare solo con quelli a cui importa davvero vincere più di ogni altra cosa, anche se devono sacrificarsi. O che hanno capito che sacrificarsi è un prerequisito.”

Non è mancata la domanda su Tyler Herro, che secondo molti report dovrebbe rientrare proprio per gara 3. Spoelstra non si è sbilanciato, lasciando aperta ogni possibilità. E preferendo concentrarsi sulla sua stella Jimmy Butler.

“Fa tantissime giocate vincenti. Eppure dall’esterno tutti pensano che debba ripetere le prestazioni da 56 punti. Jimmy sa cosa serve per vincere. E lo fa in entrambe le metà campo, offensiva e difensiva. Il nostro attacco sta vivendo un ottimo momento: se le seconde linee entrano e giocano bene è solo perché percepiscono la fiducia da parte dei migliori giocatori, Butler e Adebayo. Quasi obbligano gli altri a giocare aggressivi.”

Non è mancata la domanda su Nikola Jokic. La risposta di coach Spo evidenzia le difficoltà che un giocatore come il serbo crea nelle difese avversarie.

“Per marcarlo, la testa dovrebbe poter girare 360 gradi su se stessa, e ovviamente è impossibile. Questo è il livello di disciplina e concentrazione che richiede. E poi può fare canestro: in gara 2 ha segnato 41 punti. […] Bisogna trovare un modo per superare gli ostacoli che lui pone, rendergli la vita difficile e fare bene molte cose faticose.”

 

 

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