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NBA 2022-2023 Season Preview: Central Division, nella rete di ‘Spida’ Mitchell

Gli ultimi quattro anni hanno visto i Milwaukee Bucks finire largamente al primo posto, ma l’arrivo di Mitchell lancia i Cavs e promette di rompere lo schema

Central Division

Detroit Pistons

I Detroit Pistons vengono da una stagione davvero complicata, terminata con il secondo peggior record della Eastern Conference (23-59) e il peggiore della Central Division. La cosa positiva di una regular season passata nei bassifondi della lega, però, è la possibilità di scegliere molto in alto al Draft successivo. In effetti, è proprio quello che è successo alla squadra della Motor City. Anzi, a ben vedere, i Pistons possono essere ritenuti i vincitori del Draft 2022, perché non solo hanno scelto Jaden Ivey con la chiamata numero 5, ma anche Jalen Duren con la numero 13.

Dopo aver scambiato Jerami Grant ai Portland Trail Blazers per i diritti del nostro Gabriele Procida e un paio di scelte future, nel corso dell’offseason, la dirigenza di Detroit ha aggiunto alcuni veterani a un gruppo di giocatori molto giovani. La domanda a questo punto sorge spontanea: basterà questo mix di energia ed esperienza per centrare i Playoff, o quanto meno terminare la regular season con un record vincente, cosa che manca dalla stagione 2015-2016?

Guardando al nuovo roster, la migliore aggiunta è sicuramente il già citato Jaden Ivey. I Pistons avevano bisogno di una guardia con talento, atletismo (in questo articolo la nostra analisi su di lui) e tanti punti nelle mani da affiancare a Cade Cunningham, astro nascente della Central Division che è sembrato davvero troppo solo in attacco l’anno scorso, cosa che ha portato inevitabilmente a tante palle perse, e a percentuali al tiro da rivedere del tutto (solo il 41% dal campo e il 31% da tre punti). Con l’arrivo del prospetto di Purdue questa tendenza dovrebbe cambiare. Ivey può togliere pressione dalle mani di Cade specialmente nelle fasi salienti delle partite, prendendo tiri difficili o anche solo attirando su di lui e sul numero 2 la difesa per poi riaprire sui tiratori liberi sul perimetro. Sulla carta, Ivey e Cunningham sembrano due giocatori perfetti per giocare insieme e sarà molto interessante vederli dare spettacolo formando uno dei backcourt più divertenti di tutta la lega.

https://twitter.com/DetroitPistons/status/1574478839773806592?s=20

 

Il Draft ha poi portato in dote il già citato Jalen Duren, che ha mostrato lampi davvero interessanti nell’unica stagione al college, specialmente in difesa (in questo articolo la nostra analisi pre-Draft). Deve ampliare il bagaglio offensivo per completare il quadro, ma il suo compito per quest’anno sarà quello di aspettare, imparare e crescere: d’altra parte è uno dei giocatori più giovani del Draft (deve ancora compiere 19 anni). Ha però già mostrato un grande potenziale da rim protector, dati soprattutto i suoi mezzi fisici e la sua verticalità. Duren partirà dunque più indietro nelle gerarchie rispetto agli altri lunghi arrivati nel corso dell’estate appena trascorsa, ovvero Nerlens Noel e Marvin Bagley III. Il primo è arrivato dai Knicks insieme ad Alec Burks, e avrà il compito di far rifiatare il centro titolare Isaiah Stewart, mentre il secondo, dopo un inizio di carriera ai Kings dove non ha rispettato le grandi aspettative poste su di lui, cercherà di rilanciarsi ai Pistons. Per lui ipotizzabile maggior spazio nel ruolo di ala grande, ma all’occorrenza potrà essere impiegato anche da centro. L’unica perplessità riguarda il contratto offerto: 37 milioni di dollari in tre anni sembrano un po’ eccessivi per un giocatore che ha più volte mancato le attese.

Guardando agli altri movimenti di mercato, è arrivato tramite trade Bojan Bogdanovic dagli Utah Jazz che potrà dare una grande mano ad aprire il campo con le sue ottime percentuali dalla lunga distanza. Ultimi innesti estivi per allungare la panchina sono stati Kevin Knox dal mercato dei free agent e la rifirma del veterano Rodney McGruder, voce molto rispettata all’interno dello spogliatoio. Proprio l’arrivo di Bogdanovic sembra essere la mossa più interessante per i Pistons, perché l’ex Pacers e Jazz può portare esperienza e pericolosità dall’arco (quasi il 40% di realizzazione in carriera), oltre che a una buona produzione offensiva. Sarà sicuramente la prima minaccia in attacco insieme a Cade Cunningham.

In definitiva, la sensazione è che questi Pistons siano una squadra davvero molto intrigante ma hanno bisogno di almeno un altro anno di tempo per conoscersi al meglio e accumulare esperienza. Le scelte al Draft sono davvero molto interessanti, ma nel complesso il roster manca di profondità, esperienza e soprattutto  di un realizzatore affidabile: l’unica vera minaccia, allo stato attuale, risulta essere il nuovo arrivato Bojan Bogdanovic. Cade Cunningham deve migliorare assolutamente le già citate percentuali al tiro se vuole diventare il vero nuovo volto di questa franchigia; certo è che il tempo è dalla sua parte, e i Pistons credono molto in lui. Previsioni? Ancora almeno un paio di stagioni lontano dai Playoff e nei bassifondi della Central Division. Una cosa, però, è certa: il front-office si è mosso piuttosto bene, e quest’anno si divertiranno molto alla Little Caesars Arena: probabilmente tornerà qualcuno a riempire gli spalti di una delle arene più moderne di tutti gli Stati Uniti.

 

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