Il nome di Jerry West scalda i cuori dei tifosi NBA, visto che è il logo della lega dal 1969. Un’icona e una leggenda dei Los Angeles Lakers: con la sua ex franchigia, tuttavia, non scorre buon sangue, come raccontato dall’attuale consulente dei Clippers ad un’intervista a Sam Amick di The Athletic.
Jerry West: “Mi guardo indietro e dico che forse avrei dovuto giocare da un’altra parte”
Jerry West si sente messo da parte, come se i Lakers non avessero apprezzato il suo lavoro – sia da giocatore che da dirigente – ma non capisce il reale motivo del comportamento della franchigia:
“Una delle cose più deludenti della mia carriera è che il mio rapporto con i Lakers è orribile e non so ancora il perché: quando a fine giornata ci penso mi dico che, forse, avrei dovuto giocare da un’altra parte, dove qualcuno avrebbe apprezzato il mio impegno e il mio lavoro.
Non ho mai avuto una relazione con la dirigenza: dopo la morte di Jerry Buss mi sono stati revocati i biglietti a vita che spettano di diritto a tutti i giocatori. Hanno mandato un messaggio a mia moglie, nessuno ha avuto il coraggio di chiamarmi e dirmelo: si può essere così meschini?”
La delusione di West: “Buttato via come se fossi spazzatura”
La maglia numero 44 di Jerry West è stata ritirata nel 1983, davanti alla CryptoArena.com c’è una statua in suo onore, tutte cose che però non contano dopo il trattamento ricevuto in questi anni. Per West rimarranno solo i bei ricordi del parquet, come spiega nell’intervista:
“Non si può rimediare, ormai è troppo tardi per le scuse e per cercare di ricucire il rapporto. Amo i Lakers, sono orgoglioso di aver contribuito alla loro grandezza e sono felice dei loro successi quando non ne facevo più parte. Ma sento come se fossi stato buttato via, messo da parte come spazzatura”
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