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Team USA, panchina a Steve Kerr: “Il percorso continua, difficile trovare di meglio”

Succede a Gregg Popovich

Steve Kerr

Il comunicato stampa di USA Basketball ha ufficializzato l’ormai nota nomina di Steve Kerr come selezionatore di Team USA. Il coach degli Warriors sarà in carica fino ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Lo staff conta anche sull’apporto di altri due coach NBA, – Monty Williams, Erik Spoelstra –   e Mark Few, capo allenatore a Gonzaga.

Steve Kerr: le prime parole da coach di Team USA

Steve Kerr si è presentato alla stampa nelle vesti  di allenatore della nazionale statunitense. Appuntamento fissato al Chase Center. Al suo fianco Grant Hill, Managing Director di USA Baskeball.

“Non potrei essere più entusiasta e orgoglioso dello staff che siamo riusciti a mettere assieme. Ognuno di loro ha trascorsi con USA Basketball e avrebbe potuto essere al mio posto. Non vedo l’ora di lavorare con loro e gli altri addetti alla nazionale. Fatemi poi ringraziare gli Warriors perché ho una sola esperienza alle spalle sulle panchine NBA, con i Golden State Warriors e la mia vita ha avuto un salto in avanti oltre ogni aspettativa con l’arrivo sulla Baia e l’inizio del lavoro con quest’organizzazione. Se sono qui lo devo ai giocatori che ho allenato, da Steph [Curry] a Klay [Thompson], Draymond [Green] e tutti gli altri. Non si arriva a questo punto senza avere successi dalla propria parte e i successi non arrivano senza i giocatori. […] Il percorso continua, difficile puntare a qualcosa cbe vada oltre il ruolo di allenatore della nazionale “

Il percorso fino all’ufficialità

Era da tempo tra i candidati, ma la chiamata l’ha comunque piacevolmente colpito:

“A essere onesto è stata una sorpresa anche se abbiamo trascorso assieme l’estate a Tokyo [per le Olimpiadi]. […] Non sogni nemmeno di poter diventare allenatore della nazionale, non concedi a te stesso il tempo per pensarci. […] Questa chiamata rappresenta l’occasione della vita. […] Coach Popovich è stato il mio mentore per molti anni, al pari di tutti gli allenatori che ho avuto nella NBA, al college e come parte del mio staff. Ognuno di loro ha contribuito alla mia crescita professionale.”

Le differenze tra NBA e nazionale per un coach

Fattore tempo decisivo. Ecco il punto di vista di Kerr

“Innanzitutto le partite in area FBA sono molto diverse dalla NBA: 40 minuti, regole divergenti. In nazionale c’è quest’idea di dover giungere presto a una definizione del roster e della rotazione. Va fatto tutto in itinere ed è davvero uno sforzo collettivo, il che rende l’incarico divertente. Quello che si fa e sedimenta nell’arco di una stagione NBA non può essere fatto in sei settimane. La differenza in campo sta al talento dei giocatori ma il compito dello staff è quello di metterli nella posizione migliiore per riuscire a centrare gli obiettivi.” 

 

 

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