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NBA, Nate McMillan su Trae Young: “È come Michael Jordan ad inizio carriera”

Il giocatore di Atlanta nell’ombra di MJ

Durante l’ultima offseason, Atlanta è riuscita a mantenere i suoi 9 migliori marcatori per la stagione 2020-21. Età media? 26.8 anni. Versatilità difensiva, tiro dall’arco, regia, profondità di panchina: gli Hawks hanno tutte le ragioni per puntare in alto. Come confermato da Trae Young:

“Abbiamo tutto il necessario per fare bene.”

La loro stagione si è conclusa nelle finali della Eastern Conference con un Young assente da Gara 4 e 5 a causa di un infortunio al piede. Nella sua terza stagione in NBA, il play ha anche imparato a ragionare per quanto riguarda i tentativi da 3 punti, scendendo da 9.5 tiri a partita nel 2019-20 a 6.3 nel 2020-21. Queste le parole di un entusiasta coach McMillan, pronto a vedere ancora una volta in azione il suo pupillo:

“Lui è come una macchina sportiva. Non puoi guidare questa macchina allo stesso modo se c’è il sole, piove o nevica. Ed è uno che fa della velocità il suo punto di forza. I tiri che si prende nel primo quarto, prova a prenderli allo stesso modo anche nel quarto quarto. Non si adatta alle condizioni. È un po’ come Michael Jordan quando è arrivato per la prima volta in questa lega. Pian piano ha iniziato a fidarsi dei suoi compagni di squadra. E poi ha iniziato a vincere titoli.”

Anche Clint Capela ha voluto lodare l’evoluzione di Trae:

“Sa come controllare il gioco. Alla gente piace paragonarlo a Luka (Doncic) ma alla fine della loro carriera quello che ricorderemo tutti è solo chi ha vinto più titoli. Come con Kobe e Iverson. Kobe ha vinto, questa è la differenza. Questo è ciò che renderà Trae uno dei più grandi.”

La differenza ora è che Atlanta non è più la squadra che ha sorpreso tutti firmando il 3° miglior record NBA (27-11) dal 1 marzo, quando Nate McMillan, fino ad allora assistente, è subentrato a Lloyd Pierce in panchina. Questa volta ci saranno aspettative e pressioni. Diciannove delle partite della squadra saranno trasmesse in diretta nazionale, 9 in più rispetto allo scorso anno, inclusa una a Natale, la prima dal 1989 per la franchigia.

“Tutti dovranno fare sacrifici. Tutti. Lo accetteranno? Non lo so. Kevin Huerter ha avuto una grande stagione l’anno scorso, ma perché ha avuto una grande stagione? Perché aveva minuti. E Cam ( Reddish ) ne aveva pochi perché aveva problemi fisici. Poi avevamo perso Dre ( De’Andre Hunter ). Stesso discorso con Bogdan Bogdanovic il quale ha saltato alcune partite. Ora sono tornati tutti a disposizione.”

 

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