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NBA, Carmelo Anthony ricorda come si è guadagnato il rispetto di Kobe Bryant

Il giocatore ha svelato un aneddoto curioso

Nel corso della lunga intervista effettuata da Stephen Jackson e Matt Barnes in una nuova puntata di All The Smoke, Carmelo Anthony ha parlato anche dei suoi trascorsi in NBA con Kobe Bryant, rivelando un rapporto decisamente particolare e che si è fatto sempre più stretto dopo le finali di Conference del 2009 durante il famoso scontro tra Lakers e Denver:

“È stata una bella sfida. È stato il momento in cui io e Kobe ci siamo avvicinati molto. Prima eravamo stati insieme alle Olimpiadi, ma ci siamo avvicinati perché c’era una certa mancanza di rispetto alla base. Conoscete Kobe, ti da sempre contro. Si fa sentire ficcandoti il gomito nella schiena. Allora avevo le trecce in testa e lui continuava a toccarmele (ride). Io ero tipo, ‘Non toccarmi la testa. Non toccarmi mai più, ragazzo.’ E lui aveva quel sorrisetto beffardo… continuava con le sue piccole cose fastidiose. Poi è arrivata la sfida del 2009, ricordo di essermi abbracciato con lui prima di una partita e mi ha detto ‘È guerra’. Ho risposto: ‘Questa è guerra. Ok.’ Ricordo che mi disse: “Difenderò su di te nel quarto quarto. Non mi fischieranno falli nel quarto quarto.” Cercavo lo scontro con lui. Ero più alto di Kobe, quindi stavo cercando di spingerlo un po’, di essere fisico con lui. Lui rispondeva sempre a tutto: mi dava una gomitata, io rispondevo dandogli una gomitata. Rideva e diceva: ‘È tutto quello sai fare?’ Mi stava spingendo per vedere se sarei stato alla sua altezza. È così che siamo cresciuti in questa lega ed è così che siamo diventati quello che siamo.”

“Durante le Olimpiadi nel 2008, una volta mi prese da parte e disse: “Sei un diavolo di bastardo”. Sapeva già che tipo di giocatore potevo diventare. Mi ci è voluto molto tempo per arrivarci, ma un giovane giocatore come me che era nella lega da 4 anni quella frase è stata qualcosa di speciale: volevo solo sentirmi dire che ero un inferno. Questo era il mio in cui mi mostrava il suo rispetto.”

 

 

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