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NBA, Wes Unseld Jr. commenta gli Wizards: “Dobbiamo migliorare in difesa”

Il nuovo allenatore degli Wizards ha parlato con Beal e Westbrook, e ha detto di avere affinità con i due

Wes Unseld Jr., figlio del Wes Unseld leggenda dei Washington Bullets e nuovo head coach dei Wizards, ha parlato per la prima volta con i suoi nuovi giocatori. Da quanto trapela, sia Bradley Beal sia Russell Westbrook sembrano andare già d’accordo con il capo allenatore. Che ieri ha parlato proprio dei primi contatti con le due stelle della franchigia e di come sia importante migliorare in difesa:

“Era come parlare alla stessa persona, e lo dico perché il messaggio era chiaro: loro vogliono essere allenati, cercano responsabilità. Entrambi sanno che in questo momento l’attacco non è il problema. C’è consenso su questo. Vedremo quando avremo il training camp e la preseason, dovrà esserci un cambio netto. Ma siamo tutti d’accordo su questo. Siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda quando pensiamo a cosa sia richiesto da loro. E la parte migliore è che entrambi, da leader della squadra, sono impegnati a migliorare in quella metà campo”

Per Unseld Jr. questo ruolo da head coach rappresenta un ritorno nella capitale statunitense. Wes aveva già lavorato per gli Wizards dal 1997 fino al 2011, prima da scout e poi come assistente allenatore. Dopo alcune esperienze ai Warriors e ai Magic, negli ultimi anni ha lavorato da assistente allenatore a fianco di Mike Malone ai Denver Nuggets. Proprio ai Nuggets Unseld ha avuto l’occasione di lavorare con tanti giovani talenti, Jokic e Murray per esempio, mostrandosi come uno dei migliori allenatori della lega nello sviluppo dei giovani. Tommy Sheppard, GM degli Wizards, parlando della scelta di Unseld Jr. come nuovo head coach ha detto:

“La prima cosa che si vede di Wes è la sua intelligenza cestistica, sa dove sta andando l’NBA moderna, e poi anche la sua efficienza nella metà campo difensiva, che è una zona del campo dove dobbiamo lavorare immediatamente. Ha lavorato con Curry e Klay Thompson quando erano giovani, con Vucevic, Tobias Harris e Oladipo a Orlando. E poi ci sono Nikola Jokic, che dopo la sua stagione da MVP sperava che non se ne andasse da Denver, Jamal Murray e tutti gli altri giovani con cui ha potuto lavorare. Quando i giocatori ti chiamano e ti dicono che dovresti assumerlo, beh, questo è piuttosto impressionante per me”

 

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