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Kobe Bryant, il pilota avvertito poco prima dell’incidente: “Siete troppo bassi”

L’audio tra il pilota dell’elicottero precipitato e la torre di controllo conferma la scarsa visibilità presente nel cielo di Los Angeles ma rimangono ancora molti dubbi sull’improvvisa perdita di controllo negli ultimi minuti del viaggio

Arrivano dettagli più specifici sul tragico incidente d’elicottero in cui ha perso la vita Kobe Bryant, insieme a sua figlia Gigi e ad altre 7 persone nella serata di domenica 26 gennaio.

Alla base di tutto rimane certo che la nebbia abbia avuto un ruolo, con la ovvia e conseguente scarsa visibilità. Grazie agli audio forniti dall’ATC (Controllo del traffico aereo) la vicenda pare, per quanto possa contare, più chiara seppur vi siano ancora molti dubbi sul motivo dell’incidente finale avvenuto alle ore 9.46 sulle colline a nord di Los Angeles, ovvero a Calabasas. Di seguito l’audio originale:

Ma andiamo per punti e ripercorriamo il tragitto effettuato dal pilota dell’elicottero (modello Sikorsky S-76B) della leggenda dei Lakers:

Ore 9.06: L’elicottero decolla dal Wayne Airport in Santa Ana diretto a Thousand Oaks, a nord di Los Angeles, verso la Mamba Academy dove erano attesi per una partita di pallacanestro.

Ore 9.21: L’elicottero si avvicina nei pressi di Burbank, circa a metà tragitto, in modalità VFR Speciale (ovvero in modalità di visuale ridotta), ma viene avvisato di non procedere oltre a causa della presenza di un secondo elicottero nei paraggi che deve decollare in modalità IFR (cioè facendo affidamento solo agli strumenti elettronici in quanto visibilità nulla).

Tra le 9.21 e le 9.32: Il pilota continua a girare sulla stessa posizione in attesa di ottenere il via libera dalla torre di controllo per poter proseguire il viaggio verso destinazione.

Ore 9.33: arriva l’ok da parte della torre di controllo che concede al pilota di volare ad una altitudine bassa, tipica delle situazioni di bassa visibilità, per poter permettere di orientarsi con i punti di riferimento fisici presenti a terra. E proprio facendo questo il pilota segue la Interstate 5 per poi seguire la Route 118, strada che si dirama verso il nord di Los Angeles.

Ore 9.36: il pilota contatta l’aeroporto di zona, quello di Van Nuys, dichiarando la propria altezza (425 metri)

Ore 9.39: l’elicottero chiede alla torre di controllo di Van Nuys di virare verso la US Route 101, richiesta che viene accettata. Dalla torre di controllo fanno inoltre sapere di contattare SoCal, società supporta i velivoli che si muovono a bassa quota a Los Angeles. “Contattateli sulle loro frequenze per proseguire il volo.”

Ore 9.40: SoCal prova il primo contatto ma non riceve risposta che può essere stata causata dalla mancata ricezione radio derivata dall’altitudine troppo bassa rispetto al suolo che intanto si materializzava nelle colline tipiche della zona nord di L.A.

Ore 9.42: Socal prova ancora a mettersi in contatto con l’elicottero, ancora nessuna risposta nonostante sul radar si veda l’elicottero procedere.

Ore 9.43: terzo messaggio da parte dei controllori che chiedono conferma sulla posizione dell’elicottero. Nessuna risposta.

Ore 9.44: ultimo tentativo di contatto con un messaggio chiaro quanto già tragico, “state volando a una quota troppo bassa!”.

L’elicottero scompare dai radar, l’epilogo è quello che tutto il mondo ha già conosciuto. Nel frattempo emergono nuovi dettagli sulla possibile causa dell’incidente: sul velivolo sembra mancasse la strumentazione che avrebbe potuto avvertire il pilota di essere troppo vicino alla collina.

 

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