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NBA, Jerry West: “Clippers ancora in modalità training camp”

Mr. Logo non mette fretta ai Clippers. La squadra è pronta a battersi per primeggiare ad L.A. e non solo. Ecco alcuni estratti dell’intervista concessa a The Athletic

I Los Angeles Clippers hanno addosso gli occhi di tutta la NBA e sono chiamati a far fronte a un carico di pressione crescente dopo la grande campagna di free agency condotta in estate.

Jerry West, deus ex machina di un’assoluta contender, ha rilasciato una lunga intervista a Sam Amick di The Athletic. Tanti i temi toccati, dalle mosse estive alla questione load management. Senza dimenticare l’attesa per il ritorno di Paul George.

Ecco i passaggi salienti del colloquio one-to-one:

Visto il training camp, è stato ovviamente molto difficile capire chi e che cosa abbiamo a disposizione. Kawhi [Leonard] non ha potuto allenarsi a pieno regime e in sostanza non ha affrontato alcuna situazione di contatto fisico. Con l’aggiunta di un giocatore del calibro di Paul [George] e, ancor di più, con il miglioramento delle condizioni di forma di Kawhi, dovrebbe essere un anno esaltante per i tifosi di pallacanestro – non solo nel sud della California, ma in tutto il Paese. I Lakers  hanno due grandi stelle e noi anche. La nostra squadra, a occhio, sembra in modalità training camp […]. Penso tutti siano ottimisti circa le nostre possibilità […]. Possiamo essere molto pericolosi”.

Circoletto rosso per la seconda sfida stagionale ai ‘cugini’ rivali, il 25 dicembre:

“LeBron James l’ha detto meglio di chiunque altro. Sono sicuro che il Christmas Day sarà una grande giornata e – salvo infortuni – dovremmo essere al top, lo stesso vale per i nostri avversari. È un grande momento per un appassionato di basket a Los Angeles. Per chi si fa il tifo?”

BLOCKBUSTER TRADE

West ha raccontato lo svolgersi dei negoziati che hanno portato allo scambio sul caldo asse con i Thunder:

“Io ho voce in capitolo. Non gestisco la squadra, questo compito spetta a Lawrence Frank. Ero a conoscenza del contenuto dei colloqui con Kawhi e, cosa più importante,  sapevo del suo desiderio di avere a fianco, se possibile,  uno dei nomi usciti in quelle discussioni. Ho avuto la sensazione che ci avesse mandato un messaggio. Attraverso un duro lavoro dietro le quinte da parte del nostro front office, abbiamo portato a termine con successo la trattativa. Ci siamo trovati a dover sacrificare molto per averlo, ma per un giocatore del suo livello dovrebbe ben valere la pena. Nei panni di un coach e dell’organizzazione, è bello sapere di avere due ragazzi del genere dalla tua parte.”

Il giudizio complessivo sulla trade, secondo West. è viziato – per negativo o positico che sia – dalla grande quantità di scelte sul piatto. Ecco il suo punto di vista:

“Le richieste di Oklahoma City erano abbastanza importanti, ma era nel nostro miglior interesse concludere con esito positivo l’affare. Tutti parlano delle scelte al Draft che abbiamo ceduto, Sì, è vero, ne abbiamo date via molte, ma due di queste non erano nostre, punto. In fin dei conti abbiamo scambiato tre scelte al Draft, un grandissimo giovane di prospettiva come Shai [Gilgeous Alexander] e Gallo, a sua volta un ottimo giocatore. Shai sarà un All-Star di questa lega e continuerà a migliorare. Detto questo, abbiamo due prodotti finiti nel fiore delle rispettive carriere  o prossimi all’apice […] Giocatori che decidono le partite sui due lati del campo.”

LOAD MANAGEMENT

West prende con filosofia le polemiche sull’annosa questione riposo giocatori:

“Cinque giocatori entrano nell’All-Pro team [First Team All-NBA ndr] ok? Cinque. Abbiamo con noi  credo due di questi. Sono cinque. È un dato rimarchevole e si vuole che quei giocatori scendano in campo ogni sera. Allo stesso modo, però, non si intende compromettere la loro integrità fisica per alcun motivo. Lascio il tema alla nostra organizzazione e ai dottori della lega.”

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