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La playlist di Natale per l’NBA

Sette grandi classici natalizi che fanno da sfondo ai pensieri di giocatori, allenatori e dirigenti durante le Feste

Carmelo Anthony

“Please Come Home for Christmas” – Kelly Clarkson

 

È passato un mese e mezzo dall’ultima partita NBA di Carmelo Anthony, datata 8 novembre. Le cose per lui non stanno andando affatto bene, dopo una stagione sottotono ad Oklahoma City e un inizio di stagione non molto produttivo in maglia Rockets – 13.4 punti e 5.4 rimbalzi di media in dieci apparizioni con la franchigia di Houston. Da allora Anthony non ha più trovato una franchigia pronta a scommettere su di lui, l’ultima delle quali i Lakers, la cui dirigenza ha smentito le voci che lo volevano a Los Angeles per fiancheggiare LeBron James. C’è addirittura chi, come Tracy McGrady, sostiene che l’unica cosa rimasta da fare sia ritirarsi.

Insomma, Hoodie Melo è abbandonato a sé stesso, senza una squadra e senza amici. Ci immaginiamo dunque il giocatore affacciarsi alla finestra con aria sconsolata il giorno di Natale, ascoltando le note di Please Come Home for Christmas di Kelly Clarkson.

“My baby’s gone, I have no friends
To wish me greetings once again”

Sono i versi in cui l’ex Knicks si rivede di più: my baby’s gone, la mia piccola se ne è andata, è un palese riferimento alla vita da giocatore di primo piano. Rimasto anche senza compagni di squadra e amici, nessuno gli augura Buon Natale.

“Then won’t you tell me, you’ll never more roam
Christmas and New Year will find you a home”

È il punto della canzone nella quale l’atleta si rivolge a sé stesso: si ripromette che non vagherà di squadra in squadra, che per Natale o Capodanno troverà una nuova squadra.

“There’ll be no more sorrow, no grief or pain
‘Cause I’ll be happy that it’s Christmas once again”

Dunque un messaggio di speranza: Carmelo sa che non è ancora finita davvero, che in fin dei conti a Natale si è felici, e con il tempo non ci sarà più dolore e sofferenza comunque vadano le cose. Chissà che alla fine Anthony non ritrovi una squadra NBA con l’arrivo del nuovo anno.

 

LEGGI ANCHE: Carmelo Anthony: My Way

 

Stephen Curry

“Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow!” – Frank Sinatra

Stephen Curry entra nello spogliatoio degli Warriors con un sorriso a 32 denti prima della sfida con i Los Angeles Lakers di Natale, fischiettando la melodia di Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow! 

Nonostante abbia saltato più di dieci partite per via di un infortunio, alla fine dei conti il due volte MVP non se la sta passando affatto male. 29.2 punti, 5.2 assist e 5.2 rimbalzi le sue medie a serata, numeri che lo pongono fra i principali candidati al premio di MVP per la stagione 2018-19. Curry si trova poi al settimo posto nella Lega come miglior realizzatore da dietro l’arco, con una percentuale del 46.4%, frutto di 118 centri – secondo solamente ad Harden a quota 125 che però ha giocato qualche partita in più – su 254 tentativi – settimo nella Lega. Insomma, il play di Golden State è il miglior realizzatore da tre punti della NBA da qualche anno a questa parte.

Curry lo sa benissimo, e per dimostrarlo a tutti, una volta uscito dagli spogliatoi, infila una tripla direttamente dal tunnel che porta al parquet, come suo tipico rituale pre-partita. Consapevole dei propri mezzi, durante il riscaldamento gli entra di tutto, anche cinque tiri di seguito sparati dal logo della franchigia. Steph è caldo, e mentre tira non fa altro che canticchiare i versi della canzone che ha ascoltato qualche minuto prima negli spogliatoi.

“It doesn’t show signs of stoppin’
And I’ve brought some corn for poppin’
The lights are turned down low
Let it snow, let it snow, let it snow”

La melodia è ormai rimasta stampata nella mente del giocatore, e mentre segna l’ennesima tripla dall’angolo il numero 30 degli Warriors si immedesima completamente nella canzone. Curry non dà segni di volersi fermare con i suoi pop-corn – ovvero le triple – come canta Frank Sinatra: dunque lasciamo che nevichino canestri da dietro l’arco.

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