Dopo la sconfitta casalinga contro Milwaukee, la terza consecutiva, i Boston Celtics si sono riuniti nello spogliatoio per un meeting di squadra tanto improvvisato quanto necessario.
Così l’ha definito anche Kyrie Irving presentatosi ai microfoni di ESPN nel post-partita:
“Discussione necessaria, davvero. Credo tutti possiate vedere delle falle nel nostro modo di giocare e credo che questo fosse il momento di affrontarle. C’è bisogno di coesione, fiducia. […] Abbiamo dei ragazzi molto talentuosi [a roster], ma siamo più efficaci quando muoviamo il pallone di squadra. Se rimangono pochi secondi sul cronometro dei 24 cominciamo a giocarla in isolamento […] Succede anche a me ed è una sfida difficile, sono il primo ad ammetterlo. […] A essere onesto, non sto avendo il minutaggio e il ruolo che, egoisticamente parlando, vorrei per me […] ,ma l’importante è avere successo come collettivo.
Irving ha invocato a più riprese rinforzi d’esperienza per i Celtics, ma sa altrettanto bene che una cultura vincente non si fonda su un fiume di parole:
Costruire una squadra da titolo, o anche avere l’aspirazione di calcare un certo tipo di palcoscenico, è più facile a dirsi che a farsi. Tutto parte dalle abitudini, dalla nostra preparazione […] dalla fiducia reciproca. È un lavoro su base quotidiana, non andrà sempre tutto alla grande, lo dico da inizio stagione.”
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