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Curiosità

10 eroi dei Playoff finiti nel dimenticatoio

10 (ex) gregari diventati superstar in una notte di mezza post-season

Sean Elliot

(credit to realtor.com)

2 volte All-Star, Sean Elliot fu il primo giocatore a tornare a giocare in NBA dopo un trapianto di rene: dopo la vittoria del titolo nel 1999 con gli Spurs, la sua carriera s’interruppe bruscamente a causa di una grave malattia che lo portò a stare lontano dal parquet per quasi un anno. Esattamente come fece Alonzo Mourning dopo di lui, anche Elliott fu capace di tornare in campo dopo un trapianto renale, giocando circa 30 partite prima del ritiro dalla pallacanestro giocata.

Nonostante una carriera durata fin troppo poco, Elliott viene comunque ricordato (specialmente dai fan degli speroni), grazie a una giocata rinominata Memorial Day Miracle (essendo quel giorno il Memorial Day, giornata nazionale in ricordo dei soldati americani caduti): ci troviamo in Gara 2 delle Western Conference Finals del 1999 e gli Spurs affrontano i Trail Blazers, sopra di due a 12 secondi dalla fine. Elliott riceve palla da una rimessa laterale e, quasi perdendo l’equilibrio e superando il tentativo di stoppata di Rasheed Wallace, riesce a mettere a segno una tripla che permetterà agli speroni di portarsi avanti 2-0 nella serie.

Tayshaun Prince

(clutchpoints.com)

In un decennio dominato da squadre come i Los Angeles Lakers o i San Antonio Spurs, i Detroit Pistons del 2004 (vittoriosi in finale contro gli angeleni) sono stati e rimangono una delle più sorprendenti squadre della storia della NBA: capaci grazie a giocatori come Chauncey Billups (MVP delle Finals), Ben Wallace o Richard Hamilton di riportare un titolo NBA a Detroit dopo 14 anni, una delle armi più importanti che li portarono al titolo fu una solidissima difesa.

Un importante perno della difesa fu proprio Tayshaun Prince: nominato per 4 volte nel secondo quintetto offensivo della stagione, il giocatore di Compton si era già distinto nei playoff dell’anno per giocate come questa. Fu nel 2004 che però Prince divenne davvero un “eroe”, limitando tutte le minacce offensive che gli si presentavano contro (come Kobe Bryant, tenuto a 11 punti in Gara 3 delle Finals) e garantendo alla sua squadra vittorie su vittorie grazie alla sua difesa estenuante.

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