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Curiosità

10 eroi dei Playoff finiti nel dimenticatoio

10 (ex) gregari diventati superstar in una notte di mezza post-season

Mario Elie

(credit to thedreamshake.com)

Hall of Fame a partire dal 2007, “Super” Mario Elie fu uno dei giocatori chiave degli Houston Rockets di Rudy Tomjanovich: noto per la sua freddezza nei momenti decisivi delle partite, nelle Finals del 1995 (che videro i Rockets trionfare per il secondo anno consecutivo) mise a segno oltre 16 punti di media a partita, tirando col 64% dal campo.

È proprio per un tiro che Junkyard Dog viene ricordato: grazie alla sua tripla (passata alla leggenda come “The Kiss of Death“, per il bacio rivolto alla panchina avversaria subito dopo del canestro) a 7 secondi dalla fine di Gara 7 delle Western Conference Finals (giocate contro i Phoenix Suns) la squadra texana riuscì a giungere alle Finals, vinte con un secco 4-0 contro gli Orlando Magic del duo Hardaway/O’Neal.

Rex Chapman

(credit to kentucky.com)

Professionista per 12 anni nella NBA tra Hornets, Bullets, Heat e Suns, Rex Chapman era noto in NBA per il suo atletismo e le spettacolari schiacciate che riusciva a realizzare, ed è inoltre l’unico presente in questa classifica a non aver vinto un titolo NBA. In compenso, la sua tripla sulla sirena per portare all’overtime Gara 4 fra Suns e Supersonics (primo turno dei Playoff 1997, che vedrà comunque uscire la squadra dell’Arizona sconfitta) è uno dei tiri più incredibili che si siano mai visti nei playoff: una vera e propria preghiera, a soli 4 secondi dalla fine, ma che una volta andata a segno davanti al pubblico di Phoenix rese Chapman un eroe, seppur per una sola sera.

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