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10 eroi dei Playoff finiti nel dimenticatoio

10 (ex) gregari diventati superstar in una notte di mezza post-season

Vinnie Johnson

(credit to detroitbadboys.com)

Grazie ai suoi “Bad Boys” i Detroit Pistons hanno vinto due volte il titolo NBA (1989 e 1990), ma benché i giocatori più conosciuti di quella squadra siano All-Star del calibro di Isiah Thomas, Dennis Rodman o John Dumars, un altro giocatore si rivelò decisivo nella vittoria del loro secondo anello.

Guardia proveniente da Brooklyn, Vinnie Johnson nel corso della sua carriera fu soprannominato The Microwave, per la capacità di segnare numerosi punti in poco tempo: fu grazie a quest’abilità che Johnson divenne “un eroe” delle Finals contro i Trail Blazers, quando nell’ultimo quarto di Gara 5 mise a segno ben 16 punti, e fu sempre grazie a un suo tiro a fil di sirena che i Pistons firmarono il back-to-back.

John Paxson

(credit to NBA.com)

Attuale vicepresidente delle operazioni dei Chicago Bulls, la carriera di John Paxson (dieci anni fra San Antonio Spurs e Bulls) è spesso ricordata solo per quello che, ad ogni modo, è sicuramente il suo momento più importante: è Gara 6 delle Finals 1993 (giocate contro i Phoenix Suns di Charles Barkley), il risultato può consegnare a Chicago il suo terzo titolo in altrettanti anni o portare la serie a Gara 7. Con circa 15 secondi rimasti i Suns sono in vantaggio 98-96 e nell’azione decisiva concentrano tutte le loro attenzioni difensive su His Airness: così, dopo una serie di passaggi, la palla finisce nelle mani di Paxson, che indisturbato conclude da dietro l’arco dei 3 punti, mettendo il sigillo sul primo three-peat della dinastia Bulls.

Una situazione simile capitò ai Bulls 4 anni dopo, sempre in Gara 6 delle Finals (ma contro gli Utah Jazz), quando col risultato in parità un tiro a cinque secondi dal termine portò Chicago a vincere l’anello: questa volta la palla lasciò le mani di Steve Kerr (attuale coach dei Golden State Warriors, non proprio finito nel dimenticatoio).

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