Stephen Curry dovrà rimanere fermo per almeno una settimana dopo che gli è stata diagnosticata una distorsione di primo grado al bicipite femorale sinistro, subita martedì nella prima partita delle semifinali della Western Conference contro i Minnesota Timberwolves. Il play si è sottoposto a una risonanza magnetica mercoledì scorso e verrà rivalutato tra una settimana. Sebbene la squadra non abbia fornito una tempistica precisa per il suo ritorno, tutto dipenderà da come risponderà alla riabilitazione per il primo infortunio muscolare della sua carriera. Queste le parole a riguardo da parte di coach Steve Kerr:
“Penso che si debba affrontare questo infortunio una partita alla volta. So che ci sarà una pausa di tre giorni tra gara 5 e 6 e tutti dicono che forse in quei tre giorni Curry potrebbe rimettersi… ma non possiamo permetterci di pensarci. Voglio dire, Steph tornerà quando tornerà. Noi ci concentriamo solo sulla partita di domani e poi partiremo da lì. Fatto parte del gioco.”
Curry si è infortunato durante il secondo quarto della vittoria degli Warriors per 99-88. Ha fatto segno alla panchina di uscire, ma è rimasto in gioco per 29 secondi prima che il gioco venisse interrotto. Il play è poi andato direttamente negli spogliatoi non tornando più sul parquet. Con un solo giorno di riposo tra Gara 1 e Gara 5, Curry dovrebbe rimanere fuori almeno per Gara 4 di lunedì. Un’eventuale Gara 5 del 14 maggio si disputerebbe otto giorni dopo l’infortunio. Poi ci sarebbe una pausa di tre giorni prima di un’eventuale Gara 6 del 18 maggio, e di un’eventuale Gara 7 del 20 maggio.
Gli Warriors hanno un record di 9-3 nelle partite di playoff senza Curry, ma questa sarà la prima volta che giocheranno senza di lui da Gara 1 delle semifinali di Conference del 2018 contro i New Orleans Pelicans, quando saltò la partita per un infortunio al ginocchio. In ciascuna delle 12 partite senza Curry, gli Warriors avevano Draymond Green e Klay Thompson. Kevin Durant ha giocato in sei di queste. Il commento di Kerr a riguardo:
“Credo che la differenza all’epoca fosse che avevamo un roster NBA di altissimo livello. Quindi, in quei giorni eravamo ben attrezzati per gestire la perdita di Steph. Ma c’è una lezione da imparare. Voglio dire, dobbiamo capire cosa serve per vincere una partita senza il tuo giocatore migliore. E Gara 1 ne è stata un’ottima dimostrazione.”
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