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Golden State Warriors

Tragedia in NBA, muore Dejan Milojević, assistente degli Warriors

L’ex mentore di Nikola Jokic se ne è andato a soli 46 anni

Dejan Milojevic

Una notizia che non avremmo voluto scrivere: a soli 46 anni se ne è andato Dejan Milojević, 46enne assistente allenatore dei Golden State Warriors. Il coach serbo è morto ieri in Utah, dove si trovava con la squadra per giocare contro i Jazz. Martedì sera, durante una cena con la squadra, Milojević si era sentito male ed era stato portato all’ospedale di Salt Lake City. L’NBA aveva rimandato la partita in programma tra Warriors e Jazz, che stanotte non hanno ovviamente giocato, dopo la notizia della tragedia. La squadra ha rilasciato una dichiarazione di Steve Kerr:

“Siamo assolutamente devastati dalla scomparsa improvvisa di Dejan. E’ una notizia scioccante e tragica per tutti quelli che fanno parte dell’organizzazione, ed è un momento incredibilmente difficile per la sua famiglia, gli amici e tutti quelli che, come noi, hanno avuto il piacere di lavorare con lui”

Tutti quelli che lo conoscevano nella lega sono assolutamente sconvolti dalla sua scomparsa così prematura. Molti coach hanno espresso le loro condoglianze, così come tanti giocatori europei e americani. Bojan Bogdanovic, serbo come Milojević, alla fine della partita degli Hawks ha detto di aver perso una guida:

“Non ho idea di quello che ho fatto stasera. Come tutti gli altri in Serbia, non riesco a credere a questa notizia. Quell’uomo era sempre sorridente. E’ triste vedere quanto abbia impattato sulla vita di tanti giocatori e persone nel mondo. Una cosa che mai dimenticherò, è che lui non ha mai inseguito il successo. Era un grandissimo giocatore, ma ha sempre voluto vivere in un ambiente familiare con i suoi bambini. Non ha mai inseguito i soldi”

Prima di diventare allenatore, Milojević era stato un grandissimo giocatore, tre volte MVP dell’ABA e vincitore dell’oro agli Europei del 2001. E in queste ore tragiche vogliamo pensare alle parole che aveva detto in un’intervista del 2018:

“Insegno a tutti i miei giocatori che la pallacanestro non è un lavoro, loro dovrebbero divertirsi in campo. Perché se vuoi fare qualcosa per i prossimi 20 anni, allora devi amarla molto. Non è facile fare tutti quei sacrifici se poi non ti piace cosa fai. Solo quelli che hanno un amore sincero per il gioco possono affrontare tutto con grande successo”

 

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