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NBA Rookie Ladder 2023 – Episodio 4

Puntata post San Valentino della nostra Ladder, tra certezze e colpi di fulmine

Jalen Duren
Via @Legion Hoops on Twitter

21. Ochai Agbaji (↑ 5)

È sempre sceso in campo nelle 13 partite disputate dai Jazz a gennaio, un dato per nulla banale se rapportato alle 12 presenze raccolte complessivamente nei due mesi precedenti. Il suo impiego a partita è di fatto triplicato, attorno ai 19’ a sera. Stona con questo crescendo il fatto che abbia registrato una sola partita in doppia cifra per punti segnati nelle ultime 10 (sono quattro fin qui in stagione).

In effetti la sua ondivaga stagione finora può essere riassunta così:

  • esordio NBA da 55 secondi in campo;
  • manciata di partite da poco e nulla;
  • G League;
  • Ancora poco e nulla;
  • 30 punti in back-to-back a inizio gennaio quando Rockets e Bulls stavano ancora smaltendo il capodanno;
  • lunga serie di partite con 20 minuti fissi a serata sul parquet.

Con la panchina di Utah che, dopo la partenza di Mike Conley, soffre di profondità, per la matricola potrebbero esserci nuove sorprese in vista. La nuova scheggia impazzita di questa Rookie Ladder?

 

22. David Roddy (↓ 4)

Perde qualche buona posizione David Roddy, per un inizio 2023 davvero problematico. Dopo una prima parte di stagione piuttosto in crescita, viene un po’ dimenticato in panchina, e lui non riesce a ritrovare il suo momento di forma.

Però quando è in serata riesce comunque a tirare fuori prestazioni da 8 o 10 punti in 10 minuti, praticamente un punto al minuto. Con i Grizzlies che dovranno difendere il secondo posto a Ovest, potrebbe tornare utile qualche sua fiammata.

 

23. Christian Koloko (↓ 3)

Christian Koloko si era presentato ai Raptors come l’ultimo baluardo della difesa, capace di stoppare un po’ quello che voleva, ma che faticava a far prevalere la propria stazza fisica in attacco. Cosa che nel corso della stagione si è fatta sempre più eclatante: e quando anche il lato difensivo ha mostrato le prime lacune, Koloko è stato mandato a fare esperienza in G League.

E per sua fortuna, le cose stanno andando bene nella lega minore, dove riesce a tenere una doppia doppia di media (12.6 punti e 10 rimbalzi a serata). Nell’attesa di rivederlo in NBA, è dunque arrivato il momento di fare il punto sullo status degli altri ‘Christian’ in NBA:

  • Christian Braun è l’altra matricola NBA di nome Christian, e la sua esperienza sta andando un pochino meglio del suo omonimo camerunense (vedi posizione 16);
  • Christian Wood è decisamente il Christian in attività più talentuoso della NBA, passando da anomalia della G League nel 2015-16 a colonna offensiva degli Houston Rockets del 2020-21 con 21 punti e 8.6 rimbalzi di media; ora a Dallas forma un trio davvero intrigante con Kyrie Irving e Luka Doncic;
  • Christian Eyenga ha giocato un paio di stagioni anonime in NBA tra il 2010 e il 2012, per poi approdare nella Liga spagnola dove è diventato uno dei veterani del Baloncesto Fuenlabrada;
  • Christian Laettner è il Christian con la carriera NBA più interessante, con 868 partite giocate tra il 1992 e il 2005, una convocazione All-Star nel 1996-97, oltre a poter vantare il fatto di essere stato l’unico giocatore del college a far parte del Dream Team del 1992.

 

24. Simone Fontecchio (↑ 3)

La Trade Deadline, con un nuovo prevedibile rimescolamento di carte in casa Jazz, ha garantito all’azzurro più spazio nelle ultime due uscite. 20 e più minuti in campo, nove e sette punti rispettivamente contro Timberwolves e Raptors. La transizione potrebbe aiutarlo a ritrovare una giusta collocazione nel roster.

 

25. Jake LaRavia (↑ 3)

Jake LaRavia recupera qualche posizione tra gennaio e febbraio, ma solamente perché ha giocato più spesso di chi gli sta dietro.

Con risultati non proprio eccellenti: 11 punti complessivi in 7 presenze nell’ultimo mese con un 4/13 dal campo sono pochini per uscire dalle ultime posizioni della Rookie Ladder. Non abbiamo comunque grandissime aspettative per il prossimo mese, dato che è stato rispedito in G League.

 

26. MarJon Beauchamp (↓ 13)

Gennaio piuttosto incolore per il rookie dei Bucks, che perde tante posizioni: solamente due partite giocate nella seconda metà del mese. Ma la prestazione da 10 punti in 15 minuti dello scorso 10 febbraio fa ben sperare nel rivederlo tra i primi 20 il prossimo mese.

 

27. Patrick Baldwin (↓  10)

Ultima partita giocata il 20 gennaio 2023: Patrick Baldwin torna in G League, ai Santa Cruz Warriors, per cercare di rilanciare la sua stagione, anche se, di questo passo, potrebbe definitivamente uscire dalla nostra Rookie Ladder.

 

28. Moussa Diabate (NE)

Grazie anche al load management che coinvolge le stelle NBA, in particolare di fronte a situazioni di back-to-back, il rookie da Michigan ha ritrovato un po’ di spazio e si è ripreso un posto in classifica dopo un giro di pausa. Da sottolineare i 30’ in campo nella sfida contro i Cleveland Cavaliers il 30 gennaio scorso: sconfitta a parte, Diabate ha fatto segnare il suo career high per punti a referto (13, con 5-8 al tiro +3 di +/-), arricchendo il tabellino con cinque rimbalzi e un assist.

 

29. Caleb Houstan (↓ 8)

A settimane alterne è andato e tornato dalla G League almeno un paio di volte come da previsioni. Al debutto con i Lakeland Magic, forte di un maggior numero di possessi, ha firmato 24 punti viaggiando a 16.6 punti di media in sette apparizioni. Un’iniezione di fiducia che porterà come bagaglio nel segmento conclusivo di stagione regolare. Complice la dipartita di Terrence Ross potrebbe ottenere un sensibile aumento di minutaggio nella rotazione di coach Mosley.

 

30. Kennedy Chandler (NE)

Ja Morant ha saltato di recente la partita contro i Toronto Raptors per un fastidio al polso. Purtroppo per Chandler, la concomitanza con un ciclo di gare back-to-back dei Memphis Hustle – l’affiliata G League dei Grizzlies – gli ha impedito di prenderne il posto in quintetto. Nel weekend due minuti appena, senza lasciare segno alcuno, contro i Minnesota Timberwolves. Rientrare in classifica alla numero 30 sa un po’ di beffa, ma siamo solidali con l’ex Tennessee.

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