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NBA Rookie Ladder 2023 – Episodio 3

Tanti buoni propositi per il 2023 delle matricole NBA. Chi si è regalato un inizio anno con i fuochi d’artificio? Scorri con noi la classifica

Walker Kessler

Un mese alla Rising Star Challenge che aprirà l’All-Star Weekend di Salt Lake City. Proviamo a suggerire tra le righe il nostro quintetto matricole, ma la classifica – nel primo episodio dell’anno  nuovo – è oltremodo rimescolata. 30 nomi dagli ultimi 30 giorni NBA, o poco più.

* Tutte le statistiche citate in quest’episodio, salvo diversa specifica, sono aggiornate al 14 gennaio 2023.

 1. Paolo Banchero (=)

Resta al primo posto Paolo Banchero, e come può essere diversamente?

Nell’ultimo mese ha portato a casa il premio di Rookie di dicembre per la Eastern Conference, ha chiuso 11 partite su 12 con almeno 15 punti a serata, 5 partite su 12 con almeno 25 punti, e toccato almeno quota 30 in 2 occasioni. Se a questo ci aggiungiamo un paio di doppie doppie (20+12 contro Toronto e 23+13 contro Houston) nel mese di dicembre, capiamo bene perché Banchero sia il principale candidato al premio di Matricola dell’Anno. Insomma, semplicemente mostruoso.

2. Bennedict Mathurin (=)

Un mese in leggero calo per Mathurin, ma lo troviamo ancora saldo al secondo posto. Produzione offensiva da 16 punti di media (era 19,2 sino a fine novembre), 10 partite su 13 in doppia cifra, tutte con almeno 15 punti, e 4 partite su 13 con 20 e più punti.

Cosa manca per fare il definitivo salto di qualità? Una maggiore precisione non sarebbe affatto male: appena il 41% dal campo, e il 27,9% da tre punti questo mese, è qualcosa di decisamente migliorabile. Ma con Haliburton fuori dai giochi per qualche partita, le responsabilità offensive cadranno tutte su di lui, e alla fine ci sta che un giocatore al primo anno tra i professionisti non riesca a trovare continuità con il tiro.

 

3. Jaden Ivey (=)

Non si muove nemmeno Jaden Ivey, che conserva il suo terzo posto nella nostra Rookie Ladder. Mese da 14,4 punti di media, 4,3 assist e oltre il 40% da dietro l’arco dei tre punti per il talento dei Pistons.

Ma la cosa più interessante è che dimostra già di avere numeri da scorer puro. Nella settimana di Natale ha tenuto una media di 19,4 punti a serata nel corso di 5 partite, con un letale 50% dalla lunga distanza. Degna di nota anche la prestazione dello scorso 20 dicembre contro Utah, dove Ivey ha fatto registrare il suo primo trentello in carriera con un ottimo 10/14 dal campo.

Insomma, con l’ex Purdue e nell’attesa del ritorno di Cade Cunningham, per Detroit sembra esserci finalmente speranza per il futuro.

 

4. Jalen Williams (↑ 1)

Costanza assolutamente da premiare quella del rookie ex Santa Clara, che da metà dicembre in avanti non ha sbagliato un colpo, o quasi. Due soli passaggi a vuoto a livello realizzativo, – contro Memphis (0-8 al tiro in 30′) e Orlando (2-8 in 28′) –,  ma il suo tabellino è sempre ricco.

Ad oggi  J-Dub è l’unico tra i giocatori al primo anno, in top 10 in ciascuna delle principali categorie statistiche: quarto per punti  e assist a partita, quinto per palle rubate, sesto per stoppate, terzo per percentuale “reale” calcolata attribuendo maggior peso al tiro da tre.

Nel precedente episodio celebravamo la fresca nomina a Rookie of The Month, ora c’è di più. Williams ha cominciato a far drizzare diverse antenne anche sul fronte marketing e business, tant’è che Adidas ha incluso lui e il compagno Ousmane Dieng nel field di nuove firme dal Draft 2022 (12 in totale).

Il ragazzo dimostra di saperci fare anche di fronte alle telecamere: sul canale Youtube da poco lanciato, Williams ha risposto in sequenza a una serie di domande in stile Q&A. Ne riportiamo un paio che aiutano a inquadrare il suo approccio, senza dubbio intrigante.

Aspetto più difficile della transizione dal college alla NBA?

Organizzare il tempo libero.

Gara da 20 punti o 15 assist?

Ne ho giocate tante di partite da 20 punti – sono già tre, ad esempio, in NBA ndr. — , fare 15 assist avrebbe di certo più significato.

Se fossero tutti come quello nel video qui sotto, aggiungiamo noi, ci accontenteremmo anche della metà.

Assist per il podio generale?

https://twitter.com/nbaontnt/status/1612996062196936704?s=61&t=VgkUQR-C_TyFJ5Wklohlag

5. Jabari Smith Jr.(↓ 1)

Fresco fresco di career-high contro Sacramento (27 punti), Jabari Smith Jr. sta dimostrando di essere una potenziale doppia doppia di media. Finora in stagione ha medie di 12.1 punti e 7 rimbalzi, ed è capace di sfornare prestazioni da 24 punti e 10 rimbalzi come nella partita contro i Mavs lo scorso 23 dicembre.

Tutto questo con una percentuale dal campo ancora da rivedere (appena il 39%), e se migliorasse questo aspetto la sua produzione offensiva sarebbe di gran lunga superiore, rendendolo un serio candidato al premio di Rookie of the Year. Ma a Houston le pretese non sono troppo alte questa stagione, e dunque a Jabari Smith Jr. va bene così: c’è ancora tutto il tempo del mondo.

 

6. Jeremy Sochan (=)

Abbiamo sottolineato a più riprese in questa rubrica la personalità di Jeremy Sochan.  Ebbene, anche stavolta il rookie neoargento si è distinto, nel bene e nel male.

Dalla sfida del 19 dicembre scorso contro i Rockets, ad esempio, ha adottato una nuova routine dalla lunetta, quantomeno singolare.

 

https://twitter.com/kicks/status/1605017763038515200?s=61&t=5xjEPWaHFegSFamvNd5uoA

La strategia messa in atto per provare a risollevare le percentuali – fino a quel momento piuttosto incerte –sembra dare discreti riscontri. Fermo restando il campione di tentativi assai ridotto il balzo in avanti è significativo: 45.8% nei primi due mesi di stagione (11-24), 75.8 da quella data in avanti (25-33). Rilevante soprattutto il 7-10 a cronometro fermo con il quale ha condito la career-high performance da 23 punti a New Orleans.

 

Spavaldo al cospetto dei Mavericks di Luka Doncic in un altro derby texano andato in scena di recente, Sochan ha invece pagato l’inesperienza nella sua prima volta NBA al Madison Square Garden: 30′ in campo, 0-3 al tiro, cinque falli e soprattutto una sanguinosa infrazione di 5″ sulla rimessa nel finale di partita. Gregg Popovich l’ha protetto dalle critiche nel dopo gara, Jalen Brunson ha speso ottime parole sul suo conto. C’è solo da imparare, ma il ragazzo ha la stoffa per stare in alto.

 

7. Keegan Murray (↑ 2)

Dopo un novembre non proprio esaltante, la matricola dei Kings guadagna recupera un paio di posizioni grazie a una serie di prestazioni piuttosto convincenti a dicembre.

Premio di Rookie del Mese, doppia cifra in 10 partite nelle ultime 4 settimane, career-high da 23 punti contro i Lakers, 47% di realizzazione da tre punti. Insomma, davvero niente male.

Unico appunto: proprio la percentuale da dietro l’arco è stata quasi la stessa della percentuale di realizzazione dalla lunetta (58%). Serve lavorare su questo aspetto, ma Murray potrà tranquillamente tornare in Top-5 il prossimo mese.

 

8. Jalen Duren (↑ 2)

Jalen Duren, il giocatore più giovane della lega, è anche il più NBA Ready dell’intera Draft Class 2022? La domanda potrebbe sembrare provocatoria o retorica, a seconda dei punti di vista, ma tutte le risposte che cerchiamo le sta dando proprio l’ex Kentucky Wildcats.

Duren ha guidato la squadra per rimbalzi catturati in 12 delle 15 partite iniziate in quintetto base, sviluppando un buon feeling con la doppia doppia, elemento essenziale nel ruolo. Riesce a incidere anche nelle spaziature offensive con un ottimo timing di blocco – 4.0 screen assist a partita, il dato più alto per un rookie da DeAndre Ayton, 2018-2019 ndr. Se dovessimo indicare la sua partita manifesto fin qui, non andremmo verosimilmente molto distanti dalla trasferta del Chase Center, contro gli Warriors: 18 punti e  11 rimbalzi (entrambi career-high), senza errori al tiro. A ben vedere, era tutto chiaro dalla palla a due.

 

https://twitter.com/detroitpistons/status/1610839190727692293?s=61&t=a9xNqYpoHItLahvj6fEMXg

L’infortunio che terrà fuori Marvin Bagley III nelle prossime settimane lo rende fin d’ora di fatto indispensabile nella rotazione del reparto lunghi di coach Casey. In attesa di risalire la classifica NBA, i Pistons si godono un tandem consolidato a pieno titolo nella Top 10 della nostra Rookie Ladder.

 

9. Walker Kessler (↑ 6)

Diciamo subito una cosa: il ruolo di ‘campaign manager’ della candidatura di Lauri Markkanen all’All-Star Game, assunto con grande disinvoltura, sarebbe valso da solo l’ingresso l’ingresso in Top 10. Kessler ha però deciso di metterci del suo e continua a stupire con numeri davvero consistenti. Nel momento in cui scriviamo il rookie da Aubun è al terzo posto assoluto nella lega per stoppate totali (83), ma soprattutto reduce da una di quelle partite che segneranno la sua annata d’esordio NBA. Contro gli Orlando Magic, infatti, ha mandato a referto 13 punti, nove rimbalzi e sette (!) stoppate, tutte di diritto nella compilation Block That, Walker Kessler.

Primo rookie Jazz dai tempi di Thurl Bailey (1984) con almeno sette stoppate in gara singola, Kessler ha inoltre deciso la contesa con una giocata di presenza a rimbalzo, rimediando lo 0-2 di  Collin Sexton. A sua volta in lunetta dopo fallo subito, è rimasto lucido: 2-2. Risultato in ghiaccio e sorriso che sa di consapevolezza.

 

 

 

Nota a margine, dopo i complimenti di Gobert della scorsa puntata, registriamo in chiusura di questo spazio i consigli di Donovan Mitchell, che di recente ne ha segnati 46 proprio da ex, alla sua prima e unica trasferta di stagione nello Utah:

“[Kessler] chiama il tipo di marcatura ancor prima di esservi impegnato direttamente. Sapevo quindi  in anticipo come avrebbe difeso. Gli ho detto ‘Non dare le risposte alla verifica prima che arrivi l’esame’ . 

Con l’esperienza il numero 24 dei Jazz eviterà errori di gioventù e il suo status, già riconosciuto da diversi colleghi, non potrà che migliorare; si candida a un ruolo da assoluto protagonista.

10. Tari Eason (↓ 3)

La squadra perde da nove partite ed Eason sta attraversando per sua stessa ammissione un momento non facile.

“In perodi del genere devi accettare  ‘lo schifo’ e fare ciò che non vorresti, come approfondire una sessione video, passare più tempo in sala pesi, cose del genere.” 

Che sia o meno il suo proverbiale rookie wall, ci sentiamo di premiare la reazione di nervi tenendolo aggrappato con le unghie alla Top 10 della classifica anche in questo mese. Nel frattempo, siamo in debito di aggiornamenti da mamma Teroya, a.k.a. @Momster, la quale ha colto al balzo l’espulsione del figlio nella gara contro i Sacramento Kings:

“Ragazzi, dobbiamo parlare. Odio prendermela con gli arbitri, ma il ragazzo non ha alzato un dito né proferito parola. È così bizzarro che mi trovo a disagio. Guardo pallacanestro da molto tempo e non ho mai visto un’espulsione simile. Si è fatto il culo stasera, sono delusa.”

E ancora, una battuta:

Ha fatto muro per evitare l’escalation e l’hanno fermato. Aiutooooo!!”

 

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