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NBA, Kyrie Irving e il ricordo di Cleveland: “Ho provato a costruire la mia legacy”

Questa notte ha segnato 32 punti nella vittoria dei Nets contro i Cavs

kyrie irving

Stanotte Kyrie Irving è tornato a Cleveland, esattamente 11 anni dopo il suo esordio in NBA: l’accoglienza non è stata delle migliori visto che i tifosi dei Cavs gli hanno riservato una bordata di fischi, con l’attuale giocatore dei Nets che ha risposto segnando 32 punti. Una vittoria che porta a nove i successi consecutivi di Brooklyn, mentre Kyrie ricorda il periodo trascorso a Cleveland.

https://twitter.com/BrooklynNets/status/1607573883162595330?s=20&t=PcPjbBIrdr5S03D7o1obyQ

Kyrie Irving: “A Cleveland ho sentito la pressione dopo che se ne è andato LeBron”

Intervistato nel post partita, Kyrie Irving racconta dell’esperienza vissuta con la maglia dei Cavs, squadra che l’ha fatto entrare in NBA. Un periodo fatto sì di belle soddisfazione, ma anche di momenti difficili, come racconta:

“A Cleveland ho svolto il mio primo e unico allenamento del Draft: sentivo che mi stavo mettendo addosso parecchia pressione quando il figliol prodigo – LeBron – se ne è andato, la sua partenza mi ha messo alle strette. Mi chiedevo: ‘Chissà se sarò all’altezza di questo incarico?’ Mi ero messo pressione addosso per vestire panni che non erano destinati a me: volevo solo creare la mia legacy. 

Per farlo ho dovuto sopportare anni in cui avevamo solo poche migliaia di persone sugli spalti: a volte tornavo a casa e mi sentivo come un ranger solitario oppure come un supereroe che cercava di riportare Cleveland ai piani alti. Ma la lezione più importante che ho imparato è che non bisogna percorrere una strada da soli: ci vuole molto aiuto, noi avevamo costruito una squadra che ha fatto qualcosa di eccezionale nella storia NBA” 

Per Kyrie Irving la tappa di Cleveland è stata fondamentale nel processo di formazione, come spiega nel prosieguo dell’intervista:

“Non importa quello che hanno detto e continuano a dire su di me. Mi chiedono: ‘Kyrie cosa hai fatto di importante dopo che sei andato via da qui?’ Cercano di isolarmi, ma so che per fare qualcosa di speciale bisogna costruire una squadra capace di farlo ed è quello che sto cercando di fare a Brooklyn. 

Non dimenticherò mai quanto fatto a Cleveland, è sicuramente qualcosa a cui ripenso per ricordarmi cosa ho fatto per diventare campione e il giocatore che sono adesso. Tanti anni di sacrifici e duro lavoro, concentrato sull’obiettivo e circondato dai dubbi delle persone: rimanere concentrato, questo è ciò che mi ha fatto grande e devo continuare su questa strada” 

 

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