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NBA, Toni Kukoc: “Con Jordan e Pippen gli allenamenti erano più duri delle partite”

MJ presenterà l’ex compagno alla cerimonia di questa notte

C’è grande fervore nel mondo NBA. Nella serata di oggi verranno infatti introdotti alcuni dei più grandi nomi della pallacanestro mondiale nella Basketball Hall of Fame, il massimo riconoscimento per questo sport. Un’occasione per rendere omaggio a grandi campioni come Paul Pierce, Ben Wallace, Chris Webber e Chris Bosh su tutti.

Anche Toni Kukoc verrà insignito di questa prestigiosa carica, lui che è stato parte fondamentale di quei Chicago Bulls che negli anni ’90 hanno scritto la storia dello sport con tre titoli conquistati consecutivamente insieme a Phil Jackson, Scottie Pippen e Michael Jordan. Lo stesso Jordan, insieme al proprietario della franchigia Jerry Reinsdorf, presenteranno Kukoc alla cerimonia di questa sera.

Ai microfoni americani, Kukoc -jugoslavo di nascita, poi divenuto croato- ha condiviso poi alcuni aneddoti sull’impatto che la lega ha avuto su di lui e sui giocatori europei in generale, oltre che alcune chicche dietro le quinte di quegli anni Bulls:

“Quando siamo arrivati qui [noi europei] era un’epoca diversa. Nessuno ci conosceva davvero, a mala pena avevano sentito parlare di noi. Qualcuno forse ti aveva visto giocare un paio di partite, cinque al massimo. Ma noi siamo stati dei pionieri quando siamo arrivati qui in NBA. Erano anni, nei primi del 90, in cui l’NBA stava cominciando ad essere internazionale”

Il rapporto con Michael

“Non credo ci possa essere persona migliore per essere accanto a me alla cerimonia. Mi ha insegnato molto, in tutti i modi possibili. Non posso dire sia stato il compagno più simpatico ma, a modo suo, ci ha spinto a diventare giocatori migliori. Non voglio anticipare parte del mio discorso, ma la verità è che gli allenamenti con Michael e Scottie erano più duri delle partite. E tutto perchè loro due erano sempre in palestra, ogni giorno, con Phil, per farci capire che c’era sempre qualcosa su cui migliorare. Che ci fosse sempre qualcosa di nuovo su cui lavorare. Penso che questa sia stata una delle maggiori ragioni per cui abbiamo avuto questo tipo di percorso e vinto tre titoli consecutivi”

 

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