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Hall of Famer

NBA, Hall of Fame: la moglie Vanessa ricorda Kobe Bryant

Il lungo discorso in ricordo della compianta leggenda gialloviola

Con Michael Jordan, Vanessa Bryant è salita sul palco della Mohegan Sun Arena  di Uncasville, Connecticut, per accompagnare simbolicamente Kobe nella Hall of Fame NBA.

Riportiamo il lungo discorso:

“Lo scorso febbraio ho chiamato Michael per chiedergli disponibilità a introdurre Kobe in questa serata e ha  gentilmente accettato. Grazie della tua presenza, Michael, Kobe ti ammirava e questo significa molto per noi.

Ho sempre evitato di celebrare mio marito in pubblico perché sentivo che ricevesse abbastanza complimenti dai suoi tifosi e qualcuno doveva riportarlo alla realtà. 

Ora sono sicura che stia ridendo in Paradiso perché sto per omaggiarlo per i traguardi che ha raggiunto su uno dei palcoscenici più prestigiosi.

Me lo vedo con le braccia conserte ma quell’enorme sorriso sul volto che dice “Che ca***a è?”

Sta ancora vincendo. Vorrei fosse qui per ricevere quest’incredibile premio. Lui e Gigi si meritavano di esserne testimoni. Lei sarebbe stata molto fiera di questo momento. So che Kobe non vedeva l’ora di essere qui, aveva chiesto alla Hall of Fame di poter avere un sesto biglietto per Capri [la figlia più piccola ndr.], era così felice.

Non parlava di riconoscimenti, ma ha citato questo una settimana prima della sua scomparsa. Io e lui stavamo parlando della presenza dei suoi genitori alla cerimonia. Li ho invitati per ringraziarli di aver dato vita a  una delle persone più incredibili di questo mondo.

Pam e Joe, grazie per averlo cresciuto affinché puntasse all’eccellenza […]

Non ci sarà più uno come Kobe, era speciale, era umile — fuori dal campo — ma più grande della vita stessa. A tutti coloro che ci sono stati accanto, grazie. Solo una piccola menzione, ma sappiate che il vostro affetto e la vostra gentilezza non passano inosservati […]

Se mio marito fosse qui stasera, avrebbe una lunga lista di persone da ringraziare, famiglia, amici, mentori, i Lakers, modelli e avversari. Questa è una delle tante cose difficili che derivano dal non averlo qui con noi. Per non correre il rischio di dimenticare qualcuno, posso solo dire grazie. A chi l’ha aiutato ad arrivare qui, sapete chi siete e vi ringrazio da parte sua. Non ho un discorso pronto per mio marito perché lui andava sempre a braccio. […]

So che ringrazierebbe tutti, anche chi ha messo in dubbio le sue capacità e chi gli ha remato contro dicendo che non avrebbe potuto raggiungere i suoi obiettivi. Li avrebbe ringraziati per la motivazione che l’ha spinto fino a questo punto oggi. Dopotutto, ha dimostrato che vi sbagliavate. Tutti gli atleti che entrano nella Hall Of Fame condividono il fatto di dover sacrificare una parte della loro vita per dedicare tempo alla loro carriera.

Ci vogliono dedizione e autodisciplina. […] Le statistiche di Kobe parlano da sole, era su un altro livello, non ha mai preso scorciatoie nella pallacanestro. Ha dato tutto per il gioco. Ha giocato sopra agli infortuni e dopo gli infortuni […] ha addirittura segnato due tiri liberi dopo una lesione al tendine d’Achille, uscendo dal campo sulle sue gambe.

Non dimenticherò mai lo sguardo rivoltomi in quell’occasione. Sapevo fosse grave. La folla urlava e da parte mia stavo rassicurando Natalia e Gianna sulle condizioni del loro papà. Quando entrò nel tunnel non ci fu nessun cenno e bacio nella mia direzione, potevo leggere la preoccupazione sul suo volto. Quell’infortunio fu grosso, ma il suo ritorno da quell’infortunio è stato più forte di tutto. La gente non lo sa, ma uno dei motivi che spingevano mio marito a giocare sul dolore affrontando gli infortuni era il ricordo delle giornate con suo padre spese a veder giocare il suo atleta preferito [ si volta verso Michael Jordan e sorride ndr.]. […]

Kobe non voleva deludere i suoi tifosi […] soprattutto i ragazzi, nei quali vedeva rispecchiato il suo stesso entusiasmo. […] Ricordo di avergli chiesto perché non considerasse l’ipotesi di riposare una partita visti gli acciacchi. Rispose ‘Che ne è dei tifosi che vengono a vedermi giocare una volta nella loro vita?’ […] Se avesse potuto, avrebbe disputato ogni singola partita, dal primo all’ultimo minuto. Vuole bene a tutti voi.

Kobe ha avuto molti riconoscimenti: 5 volte campione NBA, 5 volte nella classifica bestseller del New York Times, 18 volte All-Star, MVP della lega, due volte MVP delle  NBA Finals, due medaglie d’oro olimpiche ed è anche il primo atleta professionista ad aver vinto un Oscar. La lista continua ma il suo traguardo più grande è stato fare da padre nel miglior modo possibile alle nostre figlie.

Di solito la gente ringrazia chiunque li abbia aiutati ad arrivare dove sono […]. Non avendo la lista specifica di Kobe, io voglio ringraziare mio marito. Ha fatto lui il lavoro, ha scritto lui quei record e ha ispirato le persone. Lo voglio ringraziare per aver trovato in qualche modo tempo per essere non solo un atleta incredibile, un imprenditore visionario e uno storyteller, ma anche un incredibile uomo di famiglia. Caro Kobe, grazie per essere stato il miglior marito e padre possibile, grazie per essere cresciuto imparando dai tuoi stessi errori. grazie per aver sempre cercato di migliorare, per non aver mai mollato, per il tuo duro lavoro, la nostra famiglia, le nostre figlie, Natalia, Gianna, Bianca e Capri […]

Grazie per le sveglie alle quattro del mattino per andare ad allenarti e il ritorno a casa,  in tempo per darmi il bacio del buongiorno, lasciare le nostre figlie a scuola, tornare ad allenarti e andare a riprenderle quando ne avevi la possibilità. Grazie per non aver mai saltato un compleanno, un saggio di danza, una recita scolastica o qualunque partita giocata dalle nostre bambine, se gli impegni lo consentivano.

Grazie per aver messo al primo posto il tuo amore per la famiglia e aver dato così tanta gioia alle nostre vite e a quelle di tante persone nel mondo. […]

Grazie per non esserti preso mai troppo sul serio, grazie per il tuo senso dell’umorismo, grazie per non avermi mai detto ‘no’ […]

Grazie per essere stato il Topolino della mia Minnie e il Noah della mia Allie. Grazie per avermi dato così tanto amore per una vita. Scelgo te, sempre.

Alle nostre ragazze, Natalia e Gianna, grazie per aver sopportato tanto tempo lontano dal vostro papà per consentirgli di concentrarsi e dare il meglio rendendo agli standard fissati nella sua mente.

Bianca  e Capri, sono così felice che siate qui per questo stasera. Papà era incredibile, vi ama con tutto il cuore.

Congratulazioni tesoro, tutto il tuo duro lavoro ha pagato. Una volta mi ha detto ‘ Se devi scommettere su qualcuno, scommetti su te stessa”. Sono contenta che tu, da persona ambiziosa, l’abbia fatto.

Ora sei nella Hall Of Fame, ce l’hai fatta. Sei un vero campione. Non solo un MVP, sei uno dei più grandi di sempre. Sono così orgogliosa di te. Ti amo ora e sempre, Kobe Bean Bryant.

Kobe Bryant nella Hall Of Fame NBA: il discorso della moglie Vanessa

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