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Gigi Datome e il trascorso in NBA: “A Detroit mi sentivo l’ultima ruota del carro”

In una intervista rilasciata a Gazzetta dello Sport, l’attuale stella dell’Olimpia Milano ha ricordato le sue avventure negli USA

Gigi Datome è tornato nel Belpaese. Dopo diverse stagioni tra le fila del Fenerbahce, l’azzurro, durante la scorsa estate, ha accettato la proposta dell’Olimpia Milano di Ettore Messina per cercare di conquistare qualche titolo anche in Italia. La guardia, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, tra le altre cose ha commentato anche il suo trascorso in NBA tra le fila prima di Detroit, poi di Boston, in questo modo:

“Nella NBA ho trovato meccanismi più grandi di me, nei quali ho faticato a inserirmi e che ho stentato a seguire fino in fondo. A Detroit le cose sono girate male, mi sentivo l’ultima ruota del carro e la frustrazione era tanta. Ma ho cercato di essere professionale fino in fondo e il mio comportamento ha pagato perché, quando Boston mi ha voluto, mi sono sentito pronto. Della mia esperienza americana non butto niente, perché anche nei periodi peggiori sono stato fiero di me stesso. Ho affrontato le difficoltà in maniera dignitosa, con la testa, e ne sono uscito rafforzato. A Detroit sono rimasto legato a Joe Dumars, il GM che mi ha voluto ai Pistons. A lui sarò sempre riconoscente. A Boston, poi, mi sono divertito. Quindi, sì, è stata un’esperienza utilissima.”

Poi sulle qualità di Luka Doncic che ha mostrato ancora una volta tutto il suo talento in una lega difficile come quella NBA, Gigi ha risposto così:

“Destinato a diventare il migliore di tutti? Questo non lo so, di sicuro ha sorpreso la facilità di inserimento nel basket americano. Porta gli avversari a scuola, è talmente superiore che sembra giochi contro i bambini. E ha 21 anni.”

L’ultima domanda sul mondo a stelle e strisce riguarda invece il classico paragone sul basket europeo e quello NBA. Qual è il più difficile?

“Io penso che il basket sia bello anche nelle serie minori. Non c’è la tecnica dei campionati più importanti, ma ci sono il senso della partita e la voglia di buttarsi su ogni pallone. La pallacanestro dei Playoff NBA è quella al livello più alto. L’Eurolega è bellissima, ma è un’altra cosa.”

 

 

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