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Chicago Bulls

NBA, spunta una nota scritta da Krause sul perché della fine della dinastia Bulls

Troppi e insormontabili problemi hanno spinto il compianto ex General Manager dei Bulls a porre fine a quella squadra

Krause

Con la fine di The Last Dance, il documentario prodotto da ESPN e distribuito in Italia da Netflix, si possono iniziare a tirare le somme di quella che è diventata la serie più vista su Netflix Italia. La fame di vittorie di Jordan, che non guardava letteralmente in faccia a nessuno; lo “stare nell’ombra” di Scottie Pippen, uomo fondamentale per tutte le vittorie dei Bulls; l’irreale Dennis Rodman; la saggezza e l’intelligenza di coach Phil Jackson e il lavoro dietro le quinte del GM Jerry Krause sono alcuni fra gli aspetti analizzati all’interno dei dieci episodi.

Specialmente sulla figura di Krause si sono rivelati diversi retroscena, che vedevano una vera e propria guerra interna tra il dirigente e lo spogliatoio. L’intransigente GM viveva praticamente con l’ostilità costante dei suoi campioni, reo a loro dire di diverse scelte sbagliate. Indubbiamente, nonostante i difetti evidenziati (forse in maniera eccessiva) nella serie, i meriti di Krause nell’aver costruito una delle più grandi dinastie di tutti i tempi sono ben evidenti.

Dopo l’ultimo ballo, l’ultima stagione culminata nella vittoria del titolo contro i Jazz, non c’era più alcuna speranza di mantenere quella squadra. Se già nel 97-98 la situazione sembrava al limite, l’anno successivo, come rivelato in una inedita nota scritta dallo stesso Krause, la squadra avrebbe dovuto inevitabilmente sfaldarsi:

“Possiamo costringere Phil ad allenare senza un centro, un’ala grande, probabilmente Pippen, con una panchina tutta nuova, e tutte le aspettative riposte su ‘Con Michael, vinciamo”, senza alcun ulteriore aiuto? Non c’è alcuna possibilità che accada”

Come rivelato da K.C. Johnson di NBC Sports Chicago, le principali preoccupazioni di Krause riguardavano il comportamento fuori dal campo di Rodman, il declino di Longley e gli infortuni di Pippen. Non c’era alcuna possibilità che Phil Jackson ritornasse ad allenare. Il Maestro Zen andò immediatamente ai Lakers. Il resto è storia.
Tanti membri dei Bulls hanno rivelato che, secondo loro, quella squadra sarebbe stata in grado di vincere un altro titolo.

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