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Curry rivela: “Sono stato il primo giocatore in NBA a essere testato per il Coronavirus”

Il primo positivo in NBA è ormai noto, Rudy Gobert. Ma Curry ha rivelato che già nei primi di marzo, dopo aver avuto la febbre, effettuò il tampone per il Covid-19

La pandemia del Coronavirus ha ormai preso piede in tutto il mondo. Gli Stati Uniti stanno pagando il prezzo più alto in numero di contagiati e vittime, migliaia al giorno. A far rendere conto l’opinione pubblica statunitense del dilagare del contagio ha sicuramente contribuito la scoperta del primo caso di Coronavirus in NBA, dovuto alla positività di Rudy Gobert.

Ad essere testato per primo, però, non è stato il francese dei Jazz. Come rivelato dal diretto interessato, il primo a sottoporsi al tampone è stato Stephen Curry. Il due molte MVP ha rivelato questo retroscena, accaduto il giorno dopo (6 marzo) il suo debutto contro i Raptors, al rientro dopo l’infortunio alla mano:

“In quell’occasione ho capito quanto tutto questo fosse reale. Avevo appena giocato la mia prima partita di basket la sera prima, dopo mesi, e iniziavano a circolare voci su come il virus avrebbe impattato sulla lega”

“Quella notte ho iniziato a sentirmi male. Mi è venuta anche la febbre. Il mio primo pensiero è stato: ‘Sta davvero succedendo? Quante probabilità c’erano?’ “

Curry era appena rientrato sul parquet dopo le 58 partite saltare per la frattura alla mano rimediata ad inizio stagione. La febbre lo costrinse a saltare le due partite successive, contro Sixers e Clippers. Fortunatamente, la diagnosi rivelò una semplice influenza stagionale:

“Per fortuna, l’esito del mio test è stato negativo. Ma quella esperienza mi ha lasciato il segno, davvero. Sono fortunato a fare questo lavoro e non dover avere a che fare con i problemi che affliggono le famiglie americane colpite dalla pandemia: disoccupazione, fame, sfratti”

“Come potrei non sfruttare tutte le risorse messe a disposizione dall’associazione creata da me e mia moglie? Abbiamo una responsabilità verso gli altri”

 

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